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Nel caos il luogo di culto più amato dai romani

Commissariamento e santuario senza una guida. Il Divino Amore, uno dei luoghi di culto più caro ai romani, è nel caos, all'indomani delle dimissioni «misteriose» di don Fernando Altieri, rettore, parroco e presidente degli Oblati figli della Madonna del Divino Amore. Il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma - da cui l'ordine dipende - ha deciso di nominare un amministratore parrocchiale che avrà l'incarico di «portare avanti le attività pastorali del santuario», dalle messe alle iniziative dei gruppi di preghiera e dei pellegrini. Un avvicendamento dovuto, dicono dal Vicariato, che preannuncia una fase delicata e di «controllo» per il santuario.

La persona che dovrà prendere in mano l'attività del Divino Amore è monsignor Pietro Bongiovanni, parroco della Chiesa di San Salvatore in Lauro, commissario della Confraternita del Santissimo Sacramento in Trastevere e dunque con esperienza di commissariamenti. Il suo nome figura già nel sito del Vicariato, con decorrenza 8 settembre. Un incarico che dunque Vallini ha voluto assegnare all'indomani delle dimissioni - diffuse il 6 settembre - rassegnate da don Fernando.

Dimissioni che hanno mandato nello sconforto la comunità parrocchiale. Don Fernando stava trascorrendo un periodo di riposo estivo ma non è mai rientrato al Santuario. Ha trasmesso a Vallini la sua decisione di dimettersi, e ha inviato un sms a un fedele dicendosi commosso per tutto l'affetto e la vicinanza avuta in questa vicenda. Ora il parroco è irreperibile e la comunità in apprensione. Vallini vuole veder chiaro nella vicenda e ha disposto «una visita per ascoltare tutti i membri degli Oblati», che verrà compiuta dal vicegerente, monsignor Filippo Iannone.

«Per gli Oblati figli della Madonna del Divino Amore questa è la fase della comprensione e dell'ascolto», riferiscono dal Vicariato. «Si tratta di un atto ordinario e dovuto, che avviene in presenza di dimissioni del parroco».

Intanto la comunità dei fedeli e l'ordine degli Oblati sono allo sbando. I primi perché senza una guida. Per loro, don Fernando è stato sempre un punto di riferimento. «Un bravissimo sacerdote - dicono - un prete in gamba, alla mano, che ha fatto tanto per la nostra parrocchia. Ha creato gruppi di preghiera e avvicinato tante persone». Il gesto - quello delle dimissioni - oltretutto è stato accompagnato dalla sua scomparsa e dalle voci di una fuga sentimentale. Possibilità smentita dagli stessi oblati. «Ha lasciato perché carico di impegni e perché non è riuscito a sanare la situazione economica. Non ci sono altri motivi», dicono.

«La decisione delle dimissioni è da ricondurre alla gravosità degli impegni dovuti al triplice incarico di don Fernando», aveva sottolineato una nota della Diocesi. Di sicuro, oltre al carico di lavoro, il parroco ha lasciato perché non è riuscito a sanare un «buco economico notevole». Una situazione che don Fernando ha provato a risollevare - lasciata in eredità da precedenti gestioni - senza riuscirci. Per questo don Fernando aveva già annunciato le dimissioni al cardinale Vallini 6/7 mesi fa. Dimissioni inizialmente respinte, per poi arrivare alla decisione di nuove, irrevocabili, dimissioni. Gli Oblati sono sotto choc. La nuova linea voluta da don Fernando, in rottura con quella del precedente rettore, don Pasquale Silla, aveva già suscitato malumori. Per l'ordine inizia un periodo indefinito di commissariamento.

E forse è proprio per questo che il Papa ha deciso, il 18 agosto, di annullare e rimandare la sua visita al Santuario.

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