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"Nel nuovo codice dei contratti pubblici la spinta per portare il Paese nel futuro"

L'esperto di Deloitte Legal: "L'intero appalto sarà digitalizzato, basta con i doppioni nella documentazione". Si parte dal primo luglio

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Semplificazione e trasparenza: due parole chiave per descrivere i vantaggi derivanti dal processo di digitalizzazione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione che nelle scorse settimane ha ricevuto impulso con l'approvazione del nuovo Codice dei contratti pubblici. «È una nuova fase importante di un processo cominciato da anni» rivela Francesco Bello, avvocato amministrativista di Deloitte Legal, «e teso a snellire i rapporti tra operatori economici e amministrazioni pubbliche».

Come si otterranno questi risultati?

«Il Codice, efficace dall'1 luglio, rientra tra le riforme previste dal Pnrr e mira, tra l'altro, alla istituzione di un ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale. L'Anac, l'autorità anticorruzione, sarà titolare, sviluppatore e gestore della Banca dati nazionale dei contratti pubblici, perno di tutto il sistema».

Che compiti avrà?

«Saranno raccolti tutti i dati forniti dalle stazioni appaltanti, sarà digitalizzata tutta la vita di un contratto pubblico; si tratta di strumenti di grande importanza».

Con che obbiettivo?

«Sollevare le imprese dall'onere di ripresentare sempre gli stessi documenti. Una volta a regime non dovrebbero esserci richieste di documenti già in possesso della Pubblica amministrazione. Le imprese sarebbero sollevate da molti incombenti e tutti i procedimenti risulterebbero semplificati, più rapidi e trasparenti».

Si parla appunto di unicità dell'invio.

«Esatto: sarà sufficiente presentare i documenti richiesti una sola volta. Lo scopo della banca dati sarà quello di condividere il patrimonio informativo e renderlo accessibile ad amministrazioni e privati in un unico spazio virtuale».

Di virtuale c'è anche il fascicolo dell'operatore economico.

«Sì, era già stato introdotto e viene confermato: al suo interno confluiscono tutti i documenti e le informazioni riguardanti uno specifico operatore inserite nelle svariate banche dati che compongono il sistema digitale. Si vuole così agevolare la fase delle verifiche circa l'assenza delle cause di esclusione per mancato possesso dei requisiti per l'accesso alle gare. Anche questo strumento sarà gestito e garantito dall'Anac».

Con il nuovo codice si accelera, dunque, il percorso verso la completa digitalizzazione.

«Sì, è un cambio di passo favorito anche dalle esigenze provocate dalla pandemia. Per valutare il raggiungimento degli obiettivi si dovrà comunque aspettare almeno il 2024».

Quali saranno i vantaggi economici per l'apparato pubblico e per le imprese?

«Queste ultime risparmieranno una grande quantità di tempo grazie alla disponibilità di documentazioni già presentate.

Sarà tutto più agile ed efficace anche per gli uffici pubblici, con un occhio particolare alla logica del risultato».

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