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Nel silenzio generale il Friuli è diventato un'altra Lampedusa

Decine di profughi passano ogni giorno la frontiera a Tarvisio. E la regione è già al collasso

Nel silenzio generale il Friuli è diventato un'altra Lampedusa

La chiamano, ormai, la piccola Lampedusa del nord. Porta d'ingresso in Italia dalla rotta Balcanica, il Friuli-Venezia Giulia è oggi una regione sotto assedio, in un pressoché totale silenzio mediatico e nonostante l'allerta di un governatore, Debora Serracchiani, che è anche numero due del Pd nazionale. Lega e Forza Italia salgono sulle barricate, il segretario del Carroccio in Fvg e capogruppo alla Camera, Massimiliano Fedriga, grida all'invasione e annuncia per metà aprile una manifestazione di dissenso guidata dal leader nazionale Matteo Salvini. Sbarcano in Iran, raggiungono la Turchia, attraversano Ungheria e Serbia, fino all'Austria e alla Slovenia. Entrano facilmente a Tarvisio, un tempo perla turistica al confine con la Carinzia, oggi varco di passaggio di traffici umani dalla frontiera terrestre. Così arrivano qui decine e decine di profughi, ogni giorno, da Pakistan e Afganistan, e diretti a Gorizia, dove ha sede la commissione che esamina le richieste di asilo, mentre gli inquirenti indagano sull'esistenza di un centro di smistamento che opererebbe proprio a Udine.

Intanto, però, il sistema di accoglienza della minuta regione a Nordest è al collasso. E se pure l'Austria si è messa di traverso scongiurando l'ipotetica apertura di un Cara a Tarvisio, tra le comunità serpeggia la tensione, prefetti e sindaci chiamano in causa Serracchiani affinché interceda con il governo, ma una strategia unitaria per arginare l'emergenza sembra ancora lontana. Quella leghista sarà una protesta «diffusa su tutto il territorio regionale» spiega Fedriga, così come la politica di accoglienza decisa dalla giunta regionale, che mira a distribuire i profughi sul territorio per evitare che alcune zone si trasformino in bombe a orologeria. Il segretario tuona anche contro il meccanismo degli appalti e degli appartamenti per i clandestini, e ventila l'ombra che Mafia Capitale «si trasformi in Mafia friulana». E se, ricorda anche il pupillo di Salvini, la Lega ha chiesto l'apertura di una commissione d'inchiesta che faccia luce sui come vengono spesi i soldi, il problema è anche e soprattutto morale: «Mi chiedo come Renzi, Alfano e Serracchiani possano dormire sonni tranquilli mentre ci sono italiani che non hanno una casa e nemmeno i soldi per far mangiare i propri figli. Manifesteremo perché tutto questo è gravissimo e inaccettabile - precisa -, e crea una filiera opaca e non trasparente».

Parlano chiaro, invece, gli ultimi dati forniti dal ministero dell'Interno: i profughi ufficialmente registrati in Friuli-Venezia Giulia sono saliti a quota 1.870 e la regione risulta ai primi posti in Italia relativamente al rapporto tra richiedenti asilo e popolazione. Il vicino Veneto che ha quasi quattro volte la popolazione friulana, ha un numero di profughi di poco superiore. C'è anche Forza Italia a denunciare l'assenza delle istituzioni e a puntare il dito sui costi dell'accoglienza: «35 euro al giorno più Iva, di contro ai 29 dell'anno scorso». A conti fatti si tratta di «13 milioni di euro per il 2015» afferma Riccardo Riccardi, capogruppo azzurro in consiglio regionale. «Oneri - rincara il berlusconiano - che contrastano con il momento di crisi che ha messo in ginocchio tanti concittadini.

Fa specie, poi, che negli appalti si faccia riferimento a cittadini stranieri giunti sul territorio nazionale a seguito degli sbarchi sulle coste italiane, quando invece la gran parte dei profughi presenti in Fvg sono arrivati dai Paesi dell'Est attraverso il confine orientale».

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