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Nella scuola di lady Renzi la riforma non è "Buona" E finisce dietro la lavagna

Parte dall'istituto di Pontassieve dove insegna la moglie del premier la rivolta degli insegnanti. «Inaccettabile il ruolo del preside-sceriffo»

Nella scuola di lady Renzi la riforma non è "Buona" E finisce dietro la lavagna

RomaLa rivolta contro la Buona Scuola esplode proprio nell'Istituto Balducci di Pontassieve, in provincia di Firenze, dove insegna Agnese Landini, la moglie di Matteo Renzi.

«Ecco il primo effetto della riforma: il preside-sceriffo cancella le prerogative del collegio docenti - attacca il professor Federico Gattolin, rappresentante Unicobas nella scuola - Con questa riforma le maglie si fanno sempre più strette, siamo alla democrazia totalitaria».

Il collegio docenti del Balducci è sceso in guerra contro l'attuazione della norma più invisa ai professori: la valutazione del loro lavoro in classe, con relativo premio in denaro per i più meritevoli. Il primo passo previsto dalla riforma è la definizione di un nucleo di valutazione del quale devono far parte anche due professori interni eletti dal collegio docenti. Un paio di giorni fa l'assemblea delle Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) ha proposto di bloccare la procedura di valutazione, rifiutandosi di eleggere i due docenti interni. La mozione votata a maggioranza è stata portata in collegio docenti per poter essere letta, valutata e votata. Ma il preside si è opposto. «Il dirigente scolastico, Giulio Mannucci, voleva impedirci di leggerla sostenendo che si trattava di un'iniziativa contraria alla legge - spiega Gattolin - alla fine non è stato possibile votarla ma la partita è aperta e noi la riproporremo al prossimo collegio». Per Stefano d'Errico segretario nazionale Unicobas «quanto accaduto a Pontassieve è inammissibile» perché «il dirigente non poteva impedire al collegio, sovrano in materia, di deliberare e noi useremo tutti gli strumenti legali in nostro possesso perchè venga ripristinata la legalità». Insomma l'attuazione del cuore della riforma, ovvero la valutazione dei docenti, si presenta tutta in salita proprio in un istituto sempre sotto i riflettori a causa della presenza della moglie del premier. Agnese Landini non aveva partecipato all'assemblea sindacale ed era invece presente al collegio docenti. I colleghi raccontano che in una sola occasione Lady Renzi ha preso pubblicamente posizione a favore della riforma, durante un'assemblea per dichiararsi anche contraria allo sciopero nel maggio scorso. Di solito sceglie il low profile ma i suoi colleghi hanno ben chiara la sua posizione di sostegno alla riforma. Posizione però di minoranza nella sua scuola dove su un centinaio di insegnanti quelli favorevoli alla Buona Scuola si contano sulle dita di una mano.

E non è questa l'unica nota dolente sul fronte riforma. Il segretario nazionale della Uil scuola, Pino Turi, in polemica con il ministro, Stefania Giannini, ha deciso di restituire il bonus di 500 euro destinato all'aggiornamento professionale.

Ingiusto darlo a chi svolge attività sindacale a tempo pieno come me, dice Turi, e negarlo invece ad educatori e precari che svolgono quotidianamente il loro lavoro in classe.

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