Mondo

Nella Tortuga del Mediterraneo droga, azzardo e denaro sporco

Nella Tortuga del Mediterraneo droga, azzardo e denaro sporco

Ufficialmente è uno dei 28 Paesi dell'Unione Europea, in realtà è la nuova Tortuga del Mediterraneo. Un'isoletta di «28 chilometri per 15 invasa da cocaina, corruzione e denaro sporco». Così la descriveva nel settembre 2016 Daphne Cariana Galizia, la giornalista maltese messa tacere da un'autobomba 48 ore fa. Ma proprio la molteplicità dei traffici e i sospetti di complicità con crimine e malaffare internazionale equamente ripartiti tra il governo socialista di Joseph Muscat e l'opposizione nazionalista di Adrian Delia rendono difficile ipotizzare una matrice precisa. Di certo Malta grazie alla sua appartenenza all'Unione Europea e alle «distrazioni» di Bruxelles è oggi un capolinea del crimine organizzato. Dai porti e dalle insenature dell'isola passano diesel e benzina contrabbandanti dalla Libia al costo di qualche centesimo di euro al litro. Nelle banche di La Valletta vengono cambiati e investiti i dollari incassati in contanti dai trafficanti di uomini attivi sulle coste libiche. E agli stessi sportelli vengono lavati e riciclati i soldi sporchi accumulati da mafia, ndrangheta e camorra grazie ai traffici di droga. Il tutto ovviamente grazie a tangenti girate, come spiegava Daphne Galizia, sia agli esponenti del governo, che a quelli dell'opposizione. Insomma una corruzione accuratamente bipartisan, ma talmente spudorata da non disdegnare contatti con i peggiori malfattori. Da anni - come documentato dalla missione navale italiana Mare Sicuro e da quella europea Sophia - l'isola era il terminale delle navi cisterna cariche di benzina e diesel salpate dal porto libico di Zwara grazie alla regia di Fahmi Salim Musa Bin Khalifa, il re del contrabbando libico che gestiva e investiva i suoi capitali attraverso la ADJ Trading Ltd una società maltese di cui era direttore e socio. Intanto, come raccontava Daphne Galizia, le autobombe erano diventate il segno distintivo dei regolamenti di conto messi a segno dai signori del contrabbando. L'apparente analogia potrebbe però a coprire i veri mandanti del delitto, ovvero i capofila maltesi di quei traffici di droga più volte denunciati dalla stessa giornalista. Capofila in stretto contatto con 'ndrangheta e camorra e sempre pronti a distribuire soldi a governo e opposizione per garantire l'arrivo di ingenti partite di cocaina. Ma gli interessi necessari a giustificare un delitto così efferato si celano anche nei miliardi di denaro sporco convogliati in un'isola diventata, grazie ad una tassazione al 5 per cento, la sede legale preferita da tutte le multinazionali del gioco online. Un'isola dove il denaro del narcotraffico può tranquillamente venir confuso con quello delle scommesse «on line». E uscirne lindo e garantito in virtù delle «severe» regole europee.

Come dire una Tortuga a 12 stelle.

Commenti