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Da nemici a compagni di governo: i gialloverdi trattano pure in tribunale

Matteo querelò il grillino Buffagni: ora si vuole evitare il processo

Da nemici a compagni di governo: i gialloverdi trattano pure in tribunale

Milano - Ai tempi della lite non facevano ancora parte dello stesso governo. Matteo Salvini e Stefano Buffagni (nella foto) nell'estate del 2016 erano, di fatto, avversari politici. Ma ora che sono rispettivamente ministro dell'Interno e vicepremier e sottosegretario agli Affari regionali dell'esecutivo in carica il processo milanese che li coinvolge su fronti opposti si fa imbarazzante. Infatti il leader leghista e l'esponente grillino stanno cercando di arrivare a un accordo e chiudere la disputa legale.

Tutto nasce da un post su Facebook dell'allora consigliere lombardo Buffagni: Salvini? «È parte di un sistema marcio che sta infettando le istituzioni e che brucia i soldi dei lombardi e che se a Roma c'era il Pd e Mafia Capitale, in Lombardia il sistema è in mano alla Lega. Ma alla fine sono sempre i cittadini a pagare». Ancora: in Lombardia spadroneggia «una sorta di cupola che ricorda quella del Pd romano». Da qui la querela per diffamazione dell'attuale ministro dell'Interno. Che all'udienza del 22 gennaio scorso, in campagna elettorale, aveva spiegato: «Io in genere non querelo mai. Ma quando sento la parola mafia, mi girano le pa...». Quelle frasi, aveva aggiunto, avevano causato alla Lega «un danno ingente in tema di immagine e in tema elettorale perché è stata una polemica ripresa dai social, dalle radio, dalle tv locali e nazionali. Accetto e faccio critica politica - concluse Salvini -, ma secondo me non bisogna eccedere e in questo caso si è ecceduto». Nella stessa occasione Buffagni aveva invocato l'insindacabilità dei consiglieri regionali: «Era una denuncia di tipo politico, non legata a un singolo». Il Movimento aveva preso di mira le presunte raccomandazioni dietro l'assunzione in Regione di alcuni leghisti. Nell'udienza di ieri davanti al giudice Stefania Donadeo i legali dell'imputato e della parte civile hanno chiesto e ottenuto un rinvio del processo al 22 ottobre. Nel frattempo continueranno le trattative per arrivare a una conciliazione.

Le parti, sottolinea l'avvocato Caterina Malavenda che assiste Buffagni, «concordano nel tentativo di perfezionare un accordo» che chiuda il caso prima di tornare in aula.

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