Niente seggiolino nelle macchine: in un anno quaranta morti

Sulle strade italiane c'è anche un'emergenza-seggiolini: quelli che, per legge, devono essere installati (e utilizzati) nelle auto di chi trasporta neonati e bambini. Norme che, di recente, sono anche state oggetto di revisioni, al fine proprio di rendere più sicuro i viaggi dei baby-passeggeri. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nell'ultimo piano sulla sicurezza stradale ha adottato regole rigorose. Obiettivo: ridurre il numero dei bambini, vittime degli incidenti. Ma spesso dell'imprudenza e della disattenzione degli adulti. Lo slogan: «Sulla strada: nessun bambino deve morire». L'obiettivo nazionale a lungo termine è il decremento del 100%, con conseguente annullamento entro il 2020, dei bambini vittime di incidenti stradali. Il triste bilancio del quinquennio 2008-2012 è stato di 68 bimbi morti ogni anno, un dato in calo ma ancora troppo alto.

Secondo i numeri Istat, presentati al convegno di Aci Milano presieduto da Ivan Capelli, nel 2015 il 78% dei bambini coinvolti in incidenti stradali erano a bordo di autovetture come passeggeri, per un totale di 21 morti «under 12» e un bilancio che sale a 40 se si allarga il target fino ai 14 anni. Le tre regioni più a rischio per i piccoli viaggiatori sono Toscana, Lazio e Lombardia. Nello stesso anno il numero dei feriti è stato di 6.571.

I dati dell'Istituto superiore della Sanità fanno emergere che la colpa spesso è data da un mancato sistema di sicurezza installato nella vettura. Un bambino su cinque non è infatti adeguatamente «trattenuto» a bordo dell'auto. Troppo spesso il seggiolino non viene considerato con la dovuta importanza da genitori e nonni, ma è un vero e proprio strumento salvavita oltre che obbligatorio dall'articolo 172 del Codice della strada sotto i 12 anni di età e i 150 centimetri di altezza.

Tenere in braccio i bambini durante il viaggio è molto pericoloso infatti durante l'urto il loro peso aumenta fino a 300 chili ed è impossibile proteggerli.