Coronavirus

No a imposizioni "cinesi" e "orwelliane". Grillo si scopre in sintonia con la Meloni

Il Pd accusa la Lega: "Per colpa del loro ostruzionismo costretti a un mezzo obbligo". Piovono critiche sul governo da 5s e Fdi

No a imposizioni "cinesi" e "orwelliane". Grillo si scopre in sintonia con la Meloni

Il decreto sull'obbligo vaccinale e sull'obbligo del super green pass per gli over 50 approvato dal Consiglio dei ministri è ancora in via di definizione. La trattativa, a tratti dura, che ha diviso le forze della maggioranza - con il Pd e Forza Italia favorevoli a un'estensione dell'obbligo e la Lega, tiepida rispetto alle nuove restrizioni - ha lasciato i suoi strascichi.

In attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale il Pd mette nero su bianco alcune sue perplessità sul compromesso. Dario Stefàno, presidente della Commissione Politiche Ue del Senato, non nasconde le sue critiche. «L'ostruzionismo della Lega costringe a un mezzo obbligo vaccinale con una selva di eccezioni, un provvedimento inadeguato per affrontare Omicron. Serve obbligo per tutti subito». Ma tra le forze governative c'è anche chi come i Cinque stelle si schiera su posizioni opposte. Beppe Grillo, sul blog, esprime le sue perplessità su una strategia fondata quasi esclusivamente sui vaccini e su un approccio muscolare del governo centrale. «Molti governi hanno considerato con più leggerezza l'introduzione di un obbligo di vaccinazione, che riguarda l'inviolabilità del corpo, che quella di un obbligo di tracciamento, che riguarda la privacy». Grillo si interroga anche sul bivio tra oneri e obblighi. «Le misure relative al green pass e al super green pass sono oneri per accedere all'esercizio di determinati diritti. C'è chi dice che questi oneri siano un modo surrettizio per introdurre obblighi o per esercitare una spinta gentile alla vaccinazione; tuttavia è indubbio che l'imposizione di un onere è certamente meno problematica che quella di un obbligo». L'affondo arriva alla fine: «Essere soggetti a controlli del governo centrale, e ancor più a trattamenti sanitari obbligatori, evoca immagini orwelliane che pesano molto psicologicamente. Viceversa, lasciare decidere alle organizzazioni e alle comunità quali misure adottare appare nel pieno spirito di un ordinamento liberale e democratico. Senza contare che queste organizzazioni e comunità finirebbero probabilmente per adottare misure più restrittive di un governo centrale».

La deputata dei Cinque stelle Francesca Flati apre un altro fronte. «Con l'introduzione dell'obbligo lo Stato dovrà farsi carico di eventuali effetti avversi gravi, implementando azioni di farmaco vigilanza attiva e prevedendo risarcimenti».

Chi picchia duro è Giorgia Meloni, con Fratelli d'Italia che si ritrova su posizioni non lontane da quelle dei Cinque stelle. «Boris Johnson dice no alla coercizione dei britannici perché, come tutti i liberali e i conservatori, crede che le persone vadano informate e accompagnate e non ingannate e ricattate. È la differenza tra chi, come noi, considera il popolo fatto di cittadini e chi, come la sinistra e il governo dei migliori, li tratta alla stregua di sudditi. In Italia, invece, siamo al paradosso: o firmi il consenso informato assumendoti la responsabilità di una vaccinazione che di fatto ti viene imposta, oppure tolgono il pane dai denti a te e ai tuoi figli. Questo non è obbligo: è estorsione di Stato». L'altra faccia del suo affondo si concentra sull'incrocio dei dati sanitari con quelli dell'Agenzia delle Entrate. «Il governo dei migliori ci fa sapere che i nostri dati sanitari sono a disposizione dell'Agenzia delle Entrate. Oggi per multare gli over 50 non vaccinati, domani magari per sapere chi è andato al ristorante col green pass. Sottoporremo questa ennesima scandalosa violazione al Garante della Privacy.

Perché non è stato ancora introdotto il modello cinese di controllo dei cittadini che tanto piace alla sinistra».

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