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Il "no" alle nazionalizzazioni ricompatta il centrodestra

Lega e azzurri d'accordo sul tema caro alla coalizione Tajani: «Vedere le strade di Roma basta a bocciare l'idea»

Il "no" alle nazionalizzazioni ricompatta il centrodestra

Il centrodestra torna unito su un tema da centrodestra, il no allo statalismo. L'occasione è l'offensiva del M5S sulla nazionalizzazione della rete autostradale. Dopo i dubbi del sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti ieri è stato il turno del governatore del Veneto Luca Zaia bocciare l'idea cara ai pentastellati. La nazionalizzazione di Autostrade? «Non mi entusiasma questa partita. Direi anche che se qualcuno mai decidesse con le regole di oggi sarebbe un suicidio perché il pubblico non può essere efficiente con le regole di oggi. Se si pensa di nazionalizzare sul serio bisogna cambiare le regole perché al momento è più efficiente il privato che il pubblico».

Sulla stessa lunghezza d'onda l'azzurro Giovanni Toti, presidente della regione Liguria. Intervistato a Radio uno ha condannato le «guerre ideologiche propagandistiche sulla pelle dei genovesi e dei liguri che hanno già sofferto tanto». Poi sull'ipotesi di annullare le concessioni delle autostrade dando la gestione delle infrastrutture a enti pubblici, ha parlato di «nostalgia da Prima repubblica. Francamente non trovo sia una soluzione convincente».

Anche il numero due di Forza Italia e presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani boccia la nazionalizzazione targata M5s. «Se vediamo come sono mantenute le strade di Roma, ho qualche dubbio che il governo Cinque stelle sappia mantenere meglio le autostrade italiane. Detto questo, il problema non è avere la presenza dei privati, il problema è la qualità dei privati. Non esiste un solo privato, ce ne sono tanti e si possono fare delle gare».

Il vicepresidente della Camera Mara Carfagna ieri ha preso spunto dalle dichiarazioni dei giorni scorsi di Giorgetti, spia di un malessere nella maggioranza. «Ha ragione il sottosegretario alla presidenza del consiglio a non essere persuaso dall'idea che lo Stato gestisca con più efficienza dei privati. Nazionalizzare non conviene quasi mai: Forza Italia sarà sempre contraria a nazionalizzazioni che finiscono per scaricare sui cittadini contribuenti i costi di inefficienze e malagestione, come è accaduto per decenni durante la Prima Repubblica». Oggi «non abbiamo bisogno dell'ennesimo carrozzone pubblico per le autostrade, ma di un controllo pubblico più severo e una gestione privata che paghi e venga sostituita se sbaglia e opera male».

Il pressing di Forza Italia sulla Lega è speculare a quello del pentastellato Alessandro Di Battista che ha chiesto al Pd di aiutare il suo partito nel piano di nazionalizzazioni. In un post su Facebook l'esponente M5s si appella alla sinistra senza nominarla. Al posto di «sostenere quello che in cuor tuo hai sempre sostenuto, diventi esperto di titoli azionari, di perdita in borsa per Atlantia, quando la sola cosa che dovrebbe allarmarti è la perdita della tua onestà intellettuale».

Lega e Movimento cinque stelle, per storia ed elettorato, sono su fronti opposti sui temi economici. Il partito di Matteo Salvini ha incassato consensi e un successo politico incontestabile sull'immigrazione. Ma negli ultimi tempi è il M5S ad avere avuto il monopolio dell'iniziativa.

Dopo la tragedia di Genova il primo partito della coalizione ha inserito nell'agenda del governo i temi più di sinistra del movimento.

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