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No alle nuove misure sul controllo delle armi Obama: Senato codardo

L'ira del presidente Usa dopo l'ennesima bocciatura: "Vergognosa resa alle lobby"

No alle nuove misure sul controllo delle armi  Obama: Senato codardo

New York - Nemmeno i 49 morti della strage di Orlando, la peggiore della storia americana per il numero di vittime, sono serviti a convincere gli Stati Uniti ad inasprire i controlli sulla detenzione delle armi da fuoco. Lunedì sera il Senato Usa ha bocciato ben quattro proposte di legge - due per ciascuno schieramento politico - che puntavano a limitare la vendita di pistole e fucili.

Ancora una volta ha vinto la lobby delle armi, con a capo la Nra (National Rifle Association), e dalla Casa Bianca è arrivata una durissima condanna: «Quello che abbiamo visto la scorsa notte è una vergognosa dimostrazione di vigliaccheria», ha detto senza mezzi termini il portavoce Josh Earnest. Respingendo i quattro testi di legge presentati, ha precisato con la Cnn, «i repubblicani continuano a proteggere l'assenza di norme, che permette anche a persone sospettate di terrorismo di acquistare armi. Una cosa senza senso».

I senatori hanno bocciato una dopo l'altra quattro proposte attraverso un voto che in nessun caso ha raggiunto i 60 sì necessari per consentire il proseguimento dell'iter. Non è stato sufficiente il fatto che tali disegni di legge siano arrivati sul tavolo del Senato a poco più di una settimana da quando Omar Mateen, giovane americano di origini afghane armato con un fucile d'assalto AR-15, ha aperto il fuoco al Pulse di Orlando uccidendo 49 persone e ferendone 53. E nemmeno che si trattasse di restrizioni piuttosto modeste: i provvedimenti prevedevano infatti di impedire l'acquisto delle armi a persone inserite nelle liste dei sospetti terroristi dall'Fbi, o nell'elenco di quanti non sono autorizzati a salire su un aereo. Al vaglio era anche un aggiornamento del sistema per il controllo dei precedenti per gli acquirenti, con l'aggiunta di maggiori informazioni in tema di salute mentale da registrare in un database a livello statale.

Non è servita a nulla neppure la maratona di interventi lunga quasi 15 ore e guidata dal senatore del Connecticut Chris Murphy, che pure aveva lavorato ad una intesa bipartisan nella speranza di uscire dalla paralisi. «Cosa andrò a raccontare alla comunità di Orlando? - ha detto invece il senatore democratico della Florida Bill Nelson - Purtroppo, dovrò dire loro che la Nra ha vinto di nuovo».

Repubblicani e democratici si sono accusati a vicenda, i primi sostenendo che le proposte dell'Asinello erano troppo restrittive, gli altri definendo le iniziative del Grand Old Party come deboli ad un livello inaccettabile. Una quinta opzione arriverà in aula nelle prossime ore, ma pur con prospettive più ottimistiche non ci si aspetta la svolta. Mentre i due principali partiti rimangono fossilizzati sulle loro posizioni, però, i sondaggi mostrano che gli americani sono sempre più a favore di maggiori restrizioni, in un Paese dove circolano oltre 310 milioni di armi, circa una per ogni cittadino.

E la questione è primo piano anche tra i candidati alle elezioni per il rinnovo della Casa Bianca, Hillary Clinton e Donald Trump.

Oggi, tuttavia, rimane il fatto che si tratta dell'ennesimo fallimento: uno scenario già visto dopo la strage di San Bernardino in California, dove sono morte 14 persone, e dopo quella alla scuola elementare Sandy Hook in Connecticut, dove Adam Lanza uccise 20 bambini e sei insegnanti.

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