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Nogarin riciclato a 5 Stelle: lo assume il ministro D'Incà

L'ex sindaco di Livorno bocciato alle Europee trova posto come «consigliere politico»: 40mila euro l'anno

Nogarin riciclato a 5 Stelle: lo assume il ministro D'Incà

Premiato ufficio di collocamento a cinque stelle. Se uno fa il bravo il M5s non lo lascia a piedi, anche se l'hanno lasciato a piedi gli elettori. Uno stipendio pubblico per gli amici si trova sempre, sennò tanto valeva stare all'opposizione. L'ultimo ripescaggio riguarda l'ex sindaco di Livorno Filippo Nogarin. Non ricandidatosi alle comunali della sua città nella primavera scorsa, dopo che era sprofondato al 92esimo posto (su 104) nella classifica di gradimento dei sindaci italiani, e dopo che è stato indagato per l'alluvione che colpì la città toscana nel 2017, Nogarin ha provato a farsi eleggere parlamentare europeo ma non ce l'ha fatta (nel frattempo il M5s ha straperso Livorno).

Rimasto senza una poltrona, il Movimento Cinque Stelle, diventato forza di governo, si è però ricordato di lui e gli ha trovato un impiego. Da lunedì scorso infatti, con la bollinatura del decreto di nomina, l'ex sindaco è diventato ufficialmente «consigliere per le questioni politiche» del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà. Ministro grillino, ovviamente. D'Incà cura il rapporti con il Parlamento ma evidentemente anche i rapporti con i compagni di movimento come Nogarin, che per questo incarico prenderà 40mila euro lordi e lavorerà negli uffici del ministero tre giorni a settimana. La scadenza della consulenza è quella «del mandato governativo», dunque dura finché dura il ministro grillino di cui è consigliere. In realtà Nogarin già da settimane stava facendo da consulente per D'Incà, come scoprì il Foglio, ma la nomina formale, come il compenso, è arrivata solo ora.

Eppure, dopo la sfortunata corsa alle Europee, Nogarin aveva spiegato di avere altri progetti: «Ora posso dedicare tutte le attenzioni a mia moglie, ai figli, ai libri, all'orto, al mare. La politica è importante ma non è l'ossigeno per respirare». Già quando conquistò Livorno aveva assicurato che, dopo i cinque anni da sindaco, sarebbe tornato a fare l'ingegnere. Eppure l'attrazione dev'essere forte se anche nel totoministri per il Conte bis era spuntato il nome di Nogarin come possibile ministro, poi come possibile sottosegretario. Ora come consulente del ministro, e stavolta non è possibile ma vero. «Non è un risarcimento. Io e Federico (D'Incà, il ministro, ndr) siamo amici da tempo ha spiegato Adesso mi ha chiamato a Roma per dargli una mano: quando ci sono delle questioni politiche specifiche di cui occuparsi, mi affida i dossier. Per esempio in questi giorni mi sono occupato di un'interpretazione di una legge del 1954 sui pescatori di Chioggia». Già ad agosto la voglia di dedicarsi all'orto e al mare era scemata. «Molti attivisti sul territorio mi contattano chiedendomi di candidarmi», spiegò, intendendo che era pronto a candidarsi alle prossime regionali in Toscana, ma senza escludere il Senato in caso di elezioni anticipate. Tornare a fare l'ingegnere, evidentemente, non è un'idea che lo sfiora, come accade molto spesso a chi assaggia l'ebrezza della politica (qualcuno direbbe: della «casta» politica) e poi non torna più indietro alla vita da cittadino qualsiasi.

Serve un partito che ti apra le porte, e il M5s è affidabile con gli adepti e i trombati. Di Maio ha fatto assumere al ministero dello Sviluppo Economico l'ex deputato non più rieletto Giorgio Sorias, facendolo nientemeno che vicecapo di Gabinetto. Fratello e sorella Cancelleri sono uno viceministro l'altra deputata M5s. La senatrice Barbara Lezzi, quando si trattò di prendere un portaborse, scelse la figlia del suo fidanzato. D'Incà, invece, ha voluto a tutti i costi l'ex sindaco Nogarin.

L'orto e il mare saranno per un'altra volta, o solo nei week end.

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