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Nomine Consulta e Csm, ennesima fumata nera

Il capo dello Stato: "Paralisi creata da pretese settarie". Violante e Bruno non raggiungono il quorum

Nomine Consulta e Csm, ennesima fumata nera

"Il succedersi senza risultati conclusivi delle votazioni del Parlamento in seduta comune per la elezione dei componenti laici del Csm e dei giudici della Corte Costituzionale destinati a succedere ai due che hanno completato il mandato, solleva gravi interrogativi". Giorgio Napolitano aveva sottolineato ancora una volta le criticità dello stallo del Parlamento sulla Consulta. E lo aveva fatto con una dichiarazione di fuoco. "Se continuano a prevalere immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte, il meccanismo si paralizza e lo stesso istituto di garanzia rappresentato dal sistema dei quorum qualificati si logora", aveva tuonato il capo dello Stato. Che poi aveva avvertito: "Si rifletta dunque bene anche su questo aspetto non secondario delle conseguenze del protrarsi di un complessivo nulla di fatto nelle votazioni in corso, che innanzitutto impedisce l’insediamento nel nuovo Csm".

Il monito di Napolitano non è servito però a nulla. Infatti, nonostante sembrava raggiunto e blindato l'accordo per la Consulta sui nomi di Donato Bruno e Luciano Violante è arrivata l'ennesima fumata nera. Violante e Bruno non raggiungono il quorum e servirà dunque una nuova votazione. Secondo quanto apprende l’Ansa da fonti parlamentari, nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto dei 3/5 dei componenti dell’Assemblea, pari a 570 voti. Luciano Violante ha ottenuto 518 voti; Donato Bruno 511.

Servirà una nuova votazione: la tredicesima.

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