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Non conoscono il Corano: massacrati

Miliziani islamici assaltano bus, costringono i passeggeri a leggere i versetti e uccidono chi non lo sa fare: 28 morti

Ventotto passeggeri di un bus uccisi perché incapaci di leggere i versi del Corano. Ieri il nord est del Kenya è stato teatro di una nuova strage, dettata dalla barbarie dei miliziani somali di Al-Shabaab, che hanno rivendicato l'agguato rivendicando di aver agito per «rappresaglia» dopo i raid condotti dalla polizia kenyana contro quattro moschee a Mombasa.

La polizia ha raccontato che ieri mattina all'alba il bus è finito nella rete degli integralisti armati mentre era a una cinquantina di chilometri da Mandera. Il mezzo viaggiava in direzione di Nairobi con a bordo una sessantina di persone, tra cui alcuni funzionari pubblici di ritorno a casa per le vacanze di Natale. Ma nella capitale non è mai arrivato.

I militanti hanno intimato all'autista di fermarsi, senza ottenere risultati. A quel punto hanno aperto il fuoco, e dal momento che i proiettili non bastavano, hanno lanciato una granata a razzo. Così il bus è finito fuori strada. A quel punto i terroristi hanno ordinato ai passeggeri di scendere. Poi, un macabro gioco. Hanno costretto tutti, uno dopo l'altro, a leggere un verso del Corano, per capire chi era musulmano e chi «infedele». E per quanti non sono riusciti a recitare i versetti, ovvero 19 uomini e 9 donne, la fine è arrivata con un proiettile sparato a bruciapelo.

«È stato un inferno - racconta Douglas Ochwodh, insegnante di 36 anni -. Mia moglie è stata uccisa davanti ai miei occhi. Le hanno sparato alla testa, come agli altri. Ero coperto dal suo sangue. Io sono sopravvissuto. Penso volessero rapirci e portarci in Somalia, ma il bus si è impantanato nel fango e quelli hanno iniziato a sparare».

I ribelli di Al-Shabaab, che contano tra i 5mila e i 9mila fanatici, hanno rivendicato la responsabilità dell'attacco affermando di averlo programmato servendosi della stazione radio in Somalia. Il Kenya è entrato nel mirino degli integralisti da quando nell'ottobre 2011 ha inviato soldati nel Paese vicino. Da allora, secondo le autorità, sono stati 135 gli attacchi, compreso quello nel settembre 2013 al centro commerciale Westgate a Nairobi (67 morti). Nel luglio 2010, invece, i miliziani avevano ucciso 76 persone a Kampala, capitale dell'Uganda, «colpevole» per aver preso parte alla missione Amisom. Al-Shabaab ha ricevuto un duro colpo solo a settembre, con la morte del suo leader, Ahmed Abdi Godane, ucciso da un attacco aereo degli Stati Uniti. Ma con Ahmed Omar il gruppo ha rialzato la testa, anche forte della carenza di uomini e mezzi della polizia kenyana. Lunedì scorso gli agenti avevano chiuso quattro moschee lungo la costa, considerate centri di reclutamento di Al-Shabaab e all'interno erano stati trovati esplosivi e una pistola. Ma durante il blitz era stato ucciso un ragazzo, che cercava di lanciare una granata contro le forze dell'ordine.

Quattro giorni dopo il Kenya ha pagato con 28 innocenti.

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