Politica

«Non sapevo», «colpa loro» È già partito lo scaricabarile

Scontro governo-Soprintendenza sulle responsabilità della gaffe. Franceschini fa l'indignato, Palazzo Chigi avvia un'indagine interna. L'opposizione: «Vergogna»

D opo la gaffe internazionale ecco il prevedibile rimpallo di responsabilità. Oscurare le statue dei Musei Capitolini è stata, visti i commenti pressoché unanimi, una leggerezza. Quindi, per uscirne fuori, è meglio stabilire subito in capo a chi far ricadere la colpa. Palazzo Chigi ha diramato ieri un comunicato con il quale fa sapere che il segretario generale Paolo Aquilanti ha avviato un'indagine interna per poter accertare le responsabilità e fornire tutti i chiarimenti necessari relativi all'organizzazione presso i Musei Capitolini della visita del presidente iraniano Rohani. La direzione dei Musei Capitolini ha replicato che non ha avuto un ruolo in questo scivolone. La decisione, fanno sapere dalla Soprintendenza capitolina, è stata presa dal Cerimoniale di Palazzo Chigi. L'identikit del «responsabile», secondo molti, potrebbe ricondurre a Ilva Sapora, responsabile appunto del Cerimoniale, messa in quel posto dal predecessore di Renzi a Palazzo Chigi, Enrico Letta. Altri vedono traballare pure la poltrona del Consigliere diplomatico Armando Varricchio, scelto dallo stesso Renzi. Anche il ministro Dario Franceschini, visto il suo ruolo, ha voluto dire la sua («Non ero informato di questa scelta incomprensibile»), allineandosi così al coro di proteste. Uno scaricabarile non gradito da Renzi che con i cronisti si è mostrato insolitamente reticente: «Statue? Parlo solo di banche». La frittata, però, ormai è fatta. La figuraccia internazionale è sotto gli occhi di tutti. Le proteste si levano dagli scranni di Fdi-An, Lega e Fi, ma a protestare è anche Possibile di Pippo Civati. All'indomani dell'incontro in Campidoglio, c'è chi punta il dito contro la decisione assunta. «Oscurare le nudità di alcune statue ai musei Capitolini - attacca il capogruppo di Fratelli d'Italia Fabio Rampelli - offende l'arte come veicolo di cultura e di libertà. È una vergogna sulla quale il ministro Franceschini dovrà chiarire. Chi deve sparire sono i dirigenti che hanno deciso di coprire le nostre opere d'arte». Mentre la deputata del Carroccio Barbara Saltamartini parla dell'«ennesimo atto di sottomissione a una cultura che non ci appartiene ed è purtroppo un atteggiamento divenuto usuale». «Renzi e Franceschini - spiega Roberto Calderoli -, invece di giocare a scaricabarile, dovrebbero mostrare almeno un po' di umiltà e chiedere pubblicamente scusa a tutti gli italiani». Anche tra le file di Forza Italia sono in molti ad alzare la voce. «Ci mancava solo coprire le statue di nudi dei Musei Capitolini - tuona il deputato Daniela Santanchè -. Possibile che questo governo pensi solo a genuflettersi a tutti? Siamo arrivati al punto di vergognarci della nostra cultura. E poi non era proprio la cultura l'elemento strategico su cui, secondo Renzi, dovevamo puntare?». «Si possono fare affari, imbastire approcci per la pace, senza abdicare a se stessi - le fa eco il collega Renato Brunetta -. Vedi il Papa, che non ha coperto i crocifissi accogliendo Rohani».Si suona la stessa musica anche a sinistra. «Coprire le statue ai musei Capitolini è stato un atto di enorme provincialismo - accusa Pippo Civati (Possibile) - da parte di un governo che interpreta le relazioni internazionali in maniera assai singolare.

Non si abdica alla propria storia e alla propria cultura con espedienti così ridicoli».

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