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"Le nostre strade gridano aiuto. C'è ancora troppa burocrazia"

L'ex ministro: «Il nuovo Codice degli appalti non funziona»

"Le nostre strade gridano aiuto. C'è ancora troppa burocrazia"

Roma «Non c'è bisogno di essere un ministro o un esperto della materia per rendersi conto che le nostre strade gridano aiuto. Dalle mie parti basta un po' di pioggia e il tratto che collega Cecina a Grosseto diventa impraticabile, tutta poggi e buche». A parlare è l'ex ministro delle Infrastrutture e dei trasporti nel governo Berlusconi Altero Matteoli. All'indomani della tragedia sulla A14 nei pressi di Ancora, che è costata la vita a due persone, sono tanti i nodi «politici» che vanno sciolti.

Onorevole Matteoli si torna da più parti a dire che non si fa abbastanza per la manutenzione stradale.

«Sicuramente la crisi economica ha un ruolo importante in questo quadro allarmante. Le risorse sono diminuite. Dal punto di vista politico, però, si deve fare di più e subito. A iniziare proprio dal Codice degli appalti. Da riscrivere. Insomma da migliorare».

Quale sarebbe il punto debole?

«Sempre lo stesso. Anche quando ero ministro io il problema principale era la burocrazia. Bisogna snellire le procedure. Non ci possiamo permettere che tra progettazione e realizzazione passino decenni. E anche sulla manutenzione l'iter di assegnazione degli appalti deve essere più snello e spedito».

Però qualcosa qui è andato storto anche al netto della burocrazia e della crisi economica.

«Come presidente della Commissione lavori pubblici del Senato ho ovviamente convocato i vertici di Autostrade. Mi hanno chiesto, come comprensibile, qualche giorno per raccogliere dati sufficienti su quanto accaduto. Però salta già agli occhi anche all'uomo della strada che i lavori su un simile cavalcavia che attraversa un'autostrada non si dovrebbero fare con l'autostrada aperta».

E sull'abitudine di subappaltare la manutenzione delle strade cosa ne pensa? Anche su questo il Codice degli appalti porta delle novità.

«Si è già detto in passato che le società in house come la Pavimental di Autostrade non dovevano avere più del venti per cento delle commesse. Però anche su questo si va verso una modifica. che alza la percentuale in favore della società di Autostrade. Però ripeto che secondo me bisogna snellire e soprattutto portare a termine la privatizzazione».

Crede che società come Anas una volta privatizzate funzionerebbero meglio?

«Il controllo dello Stato rimarrebbe. Ovviamente. L'assegnazione dei lavori e le procedure degli appalti sarebbero tuttavia più veloci. Tenga conto che a rendere ancor più complicata e lenta la nostra burocrazia interviene anche il fatto che il sistema stradale italiano è parcellizzato sono tante le istituzioni che ne hanno la responsabilità.

È a tutto questo che dobbiamo porre rimedio e non solo a velocizzare la manutenzione».

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