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Nove consigli da tavola per scongiurare un "Natale da incubo"

Gli errori del cenone? L'effetto tv, le mode, il vorrei-ma-non-posso. Meglio un ristorante

Nove consigli da tavola per scongiurare  un "Natale da incubo"

Natale, rassegniamoci, è un male necessario.

Anche noi, pensate che non dedicheremmo più volentieri questo spazio al formaggio di yak mongolo o a fare l'ennesima inchiesta sugli insetti da mangiare, che alla fine funziona sempre (mangiare una blatta? Mai!)?.

Ma invece Jingle Bells suona ovunque, le renne stanno cercando parcheggio, ci tocca parlare anche qui di Natale. Di cenoni, di pranzoni, di panettoni, di tradizioni.

Quindi vi scioriniamo alcuni errori da non fare nelle mangiate. Niente menate nutrizionali. Ingozzatevi, sfondate le bilance, sapete a noi quanto interessa se ingrassate per le feste? Se volete sapere che è sciocco ingozzarsi di torrone giocando a tombola due ore dopo avere sgominato un tacchino e che dovete camminare di più, qualsiasi giornale o sito propone vademecum tutti gli anni identici.

No, gli errori che vi consigliamo di non fare sono strafalcioni concettuali, ideologici, tecnici. Che peggiorano la qualità di quello che mangiate e spesso alla fine gravano anche sul vostro portafogli. Non vogliamo che il vostro sia una kermesse gourmet per forza, ma almeno che non sia uno sciatto Natal.

E quindi, evitate di:

1) Puntare sulla quantità. Ok, abbiamo detto che non daremo consigli nutrizionali. E infatti della vostra linea non ci curiamo. Ci curiamo del vostro palato. Cucinare meno e scegliere pochi piatti ma con ingredienti di alta qualità è culturalmente, organoletticamente (e sì, anche salutisticamente) doveroso.

2) Giocare a Masterchef. Guardare tutti i programmi di cucina in tv nel corso dell'anno, da Siamo fritti a Arrosticini da incubo non ci autorizza a trasformare la cena della vigilia in un talent. Davanti non abbiamo Carlo Cracco, al massimo lo zio Arnoldo che non distingue un lampone da un lampascione.

3) Aderire alle mode. Corollario del punto precedente. Possiamo tranquillamente evitare per le feste di mettere in menu i cibi alla canapa, lo zenzero, il goji, le alghe, la liquirizia. Lo zio Arnoldo di cui sopra, se non si è già addormentato, apprezzerà.

4) Il vorrei ma non posso. Il tartufo, il caviale, il foie gras non ce li ha prescritti il medico della Asl. Se li compriamo è perché scegliamo di godere di un piacere raro e pensiamo di poterceli permettere. Al loro meglio. Acquistare dei succedanei (il micidiale olio al tartufo dal colore allarmante, le uova di un pesce strano dal colore radiattivo) non ha alcun senso. Meglio una sana e salamella artigianale.

5) Non considerare gli altri regimi alimentari. Gli studi ci dicono che circa il 7 per cento degli italiani sono vegetariani o addirittura vegani, al netto di altri bizzarri regimi (crudisti, fruttariani, paleolitici, settecoloristi). Inoltre circa un paio di milioni soffrono di allergie o intolleranze alimentare. Ergo statisticamente in un raduno di una dozzina di parenti almeno uno non potrà mangiare tutto. Pensare alle sue esigenze non è carità o gentilezza. è semplicemente necessario.

6) Considerare troppo gli altri regimi alimentari. Occhio però a non trasformare il pranzo più importante dell'anno in una corrida di fatwah, divieti, capricci incrociati costringendo il cuoco o la cuoca di giornata a preparare quattro varianti diverse. Altrimenti c'è l'opzione 8.

7) Sprecare. Buttare il cibo è una cosa orribile. Punto. Riciclare è un'opzione, ma se si evita di acquistare o preparare troppa roba è anche meglio. È così necessario avere il panettone tradizionale, quello alla crema chantilly, quello al carbone vegetale e quello ai quattro formaggi? Non è meglio (punto 1) comprarne uno solo ma di alta pasticceria?

8) Scartare l'opzione ristorante. Nella tradizione italiana le feste sono occasioni prettamente casalinghe. Eppure sta prendendo piede l'abitudine di pranzare il 25 al ristorante. Vantaggi: nessuno spread tra chi sfacchina tre giorni e chi se la cava portando un nocciolato da discount, equità economica, qualità garantita conoscendo il livello del ristorante, nessun mercante in fiera. Mica poco. Pensateci.

9) Bere lo Champagne col panettone. Nostra fissazione. Se non lo fate per voi, fatelo per noi. Il Brut va con il salato, il Demi-Sec o il Moscato con il dolce. Capito?

Buon Natale e voi e alle vostre papille.

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