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Nozze gay, bomba a orologeria Rischio collasso sulle pensioni

L'impatto della legge sul sistema assistenziale è sottostimato. I costi della reversibilità per il Tesoro arriveranno a 22,7 milioni nel 2025. Ma Forza Italia rifà i conti: tra i 300 e gli 800 milioni

Nozze gay, bomba a orologeria Rischio collasso sulle pensioni

Le unioni civili potrebbero rappresentare una bomba a orologeria per il welfare italiano. Il condizionale è d'obbligo perché le cifre ufficiali finora dichiarate paiono abbastanza tranquillizzanti, ma più si avvicina il 26 gennaio, data prevista per il ritorno del ddl Cirinnà nell'aula del Senato, più crescono i sospetti che vi sia un qualcosa di non detto sull'estensione dei diritti alle partnership diverse dal matrimonio.È un tema prettamente economico che va al di là delle questioni più controverse relative alle adozioni gay e alle eventuali aperture all'utero in affitto. Il sistema assistenziale, infatti, potrebbe andare in profonda crisi se alle future unioni civili venissero estesi, come previsto, le detrazioni per coniuge a carico, gli assegni familiari e le pensioni di reversibilità. La relazione tecnica del ministero dell'Economia, bollinata dalla Ragioneria generale dello Stato, quantifica complessivamente questi oneri in 3,7 milioni per l'anno in corso (dei quali 3,2 milioni per le detrazioni), 6,7 milioni l'anno prossimo (5,6 milioni) crescendo progressivamente fino a 22,7 milioni nel 2025, anno nel quale gli sgravi Irpef peserebbero per 16 milioni e la reversibilità per 6,1 milioni. Come detto, queste cifre non sembrano tali da dissestare il bilancio pubblico.Occorre, tuttavia, precisare due punti. In primo luogo, le stime del ministero dell'Economia sulla reversibilità si riferiscono solo alle coppie gay. Il ddl Cirinnà, infatti, non riconosce questo diritto agli eterosessuali conviventi e non sposati, discriminandoli parzialmente. La relazione tecnica, inoltre, non fa riferimento ai potenziali aggravi per il Servizio sanitario nazionale derivanti dal fatto che la stipula della civil partnership ha la stessa forza del matrimonio nel conferimento dei diritti di cittadinanza ai contraenti non italiani. Se il ddl fosse emendato aprendo la reversibilità agli eterosessuali, l'aggravio sarebbe cospicuo considerato che i matrimoni rappresentano circa il 66% delle convivenze tra persone di sesso diverso.Ma c'è di più. «La relazione tecnica del ministero è di fattura ignobile perché considera un orizzonte temporale troppo ristretto per un tema complesso come la previdenza e, soprattutto, sottostima il numero degli omosessuali che potrebbero accedere alle unioni civili», spiega il senatore di Forza Italia, Lucio Malan, che da mesi denuncia la sciatteria del Tesoro nell'elaborare le previsioni. Mentre la relazione di via XX Settembre si basa sull'esperienza tedesca ipotizzando 67mila partnership a regime e 30mila assegni di reversibilità dopo dieci anni, l'esponente azzurro parte dai dati Istat, relativi a un'indagine condotta nel 2011. Secondo l'istituto di statistica, in Italia ci sarebbero tra uno e tre milioni di omosessuali, ovvero tra il 2,4 e il 6,7% della popolazione residente. Questa diversa base comporterebbe costi della reversibilità compresi tra 300 e 800 milioni nel 2025 (anno in cui termina la previsione del Tesoro) e tra 1,3 e 3,7 miliardi nel 2060.Le unioni civili, aggiunge Malan, «potrebbero incoraggiare gli abusi perché, se già oggi ci si sposa per ottenere benefici come le pensioni di reversibilità, figurarsi con un istituto più attenuato rispetto al matrimonio». La spesa per gli assegni ai superstiti nel 2014 è stata di 41,2 miliardi di euro per 4,8 milioni di beneficiari. Non è difficile ipotizzare che qualche «furbo» possa unirsi a un partner anziano magari dietro il pagamento di un compenso immediato per migliorare la qualità della vita dei suoi ultimi anni allo scopo di godere dell'assegno di reversibilità alla sua dipartita.

Considerato che lo Stato finanza il sistema pensionistico con 100 miliardi all'anno, l'argomento andrebbe affrontato con maggiore attenzione.

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