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Nuova svista nel 730 di Sala: ​un investimento in Romania

Il candidato di centrosinistra a Milano pubblica la dichiarazione dei redditi per evitare guai giudiziari. E così svela una voce che aveva dimenticato nella certificazione giurata

Nuova svista nel 730 di Sala: ​un investimento in Romania

Non sono finite, le distrazioni di Giuseppe Sala, candidato sindaco del centrosinistra a Milano. Ieri, dopo settimane di attesa, Mr Expo si decide a pubblicare on line la dichiarazione dei redditi, per dimostrare di avere dichiarato al fisco l'esistenza della casa di Pontresina, in Svizzera, di cui aveva omesso l'esistenza nell'attestato pubblico in cui, come pubblico amministratore, era tenuto a indicare tutti i suoi beni. Ed eccolo, al rigo RW1, il bene estero: valore un milione e 389mila euro, tasse pagate 10.427 euro. Certo, non c'è scritto che si tratta di una casa di lusso ma un appartamento alle porte di Sankt Moritz, ma basta sapere leggere un 730 e incrociare qualche dato per averne la conferma.

Però la lettura del documento riserva anche alcune sorprese. La principale: Sala ama la Romania. E ama fare affari nella terra che fu di Dracula e di Ceausescu. Al rigo RW3 appare un investimento rispettabile, 1 milione e 123mila e 892 euro, sotto il codice 61, che è il codice delle attività in Romania. Di cosa si tratta? Codice 14, ovvero «altre attività estere di natura finanziaria». Di sicuro, nelle dichiarazioni pubbliche di Sala di questo bene non c'è traccia: ma è vero che non trattandosi di quote societarie Sala non era obbligato a renderle note. Era invece obbligato dal «decreto trasparenza», a dichiarare al pubblico le sue «quote di partecipazione a società»: e qui sembra cascare l'asino, perché al rigo RW2 salta fuori una voce di importo modesto ma inequivocabile. Codice 02, cioè «partecipazione al capitale o al patrimonio di società non residenti», anche stavolta in Romania. Una inezia, 2.948 euro, che però Sala si dimenticò nel febbraio 2015, quando firmò («Sul mio onore affermo che la presente dichiarazione corrisponde al vero») l'attestato in cui si dimenticava anche della casa in Svizzera. Dove aveva la testa, viene da chiedersi, mentre firmava e giurava sul suo onore?

Nella dichiarazione dei redditi non c'è traccia, invece, della casa di Zoagli, la villa sul Tigullio che Sala si fece sistemare dall'archistar Michele De Lucchi, che intanto incassava incarichi Expo a ripetizione. In effetti, la dichiarazione che ieri Sala mette online è relativa ai redditi del 2013, quando la casa di Zoagli non era ancora terminata e accatastata: quindi la sua assenza è giustificata. A non essere chiaro è piuttosto il motivo per cui Mr Expo ha pubblicato una dichiarazione vecchia di due anni, e non quella del 2014, dove la casa di Zoagli invece dovrebbe esserci per forza. Tanto più che sempre nella famosa carta incriminata l'amministratore si è impegnato «a fornire annualmente entro un mese dalla scadenza del termine utile per la dichiarazione dei redditi, un'attestazione concernente le variazioni». «Per oggi accontentatevi di questa», fanno sapere ieri sera dall'entourage dell'aspirante sindaco.

A Sala che ieri invitava tutti i candidati a pubblicare i 730 on line, quello del centrodestra Stefano Parisi ha ricordato che «lui aveva un problema di reputazione legato a una dimenticanza su un atto pubblico, non altri».

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