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Il "nuovo corso" secondo Giorgetti

"Salvini deve ora mostrare doti di federatore come Berlusconi"

Il "nuovo corso" secondo Giorgetti

Milano - Un nuovo corso, un partito aperto, un leader che sia davvero un «federatore» del centrodestra. E magari un congresso ravvicinato. «Bella domanda - ha risposto a chi gli chiedeva che succederà - io penso che tra novembre e dicembre c'è una pausa che ci consente di fare questi passaggi». È così che sembra immaginare il futuro della sua Lega Giancarlo Giorgetti (nella foto). E l'ha spiegato al circolo di Bizzozzero, nel cuore di Varese, luogo mitico del Carroccio: «Siamo sempre gli stessi ma non possiamo essere sempre gli stessi» ha profetizzato a un'assemblea di leghisti. A due passi da casa, l'ormai ex sottosegretario si è presentato sorridente e rilassato, indossando una felpa grigia con scritta verde «Pontida». Ad ascoltarlo, il governatore Attilio Fontana, la vicepresidente del Consiglio regionale Francesca Brianza e una piccola folla di militanti, ma anche l'ex ministro della Scuola Marco Bussetti: «Magari non era un fenomeno - ha scherzato ma quello che lo ha sostituto...». A Varese, «dove tutto è partito», Giorgetti si è mostrato loquace come raramente capita nelle grandi occasioni romane. «Non possiamo rimanere chiusi pensando che bastiamo noi, dobbiamo sfidare anche la possibilità che arrivi qualcuno più bravo, che possa portare energia nuova».

Giorgetti è stato a lungo segretario lombardo, poi capogruppo leghista, ed è descritto da sempre come il «Richelieu» del Carroccio. Nei suoi silenzi, di recente, qualche retroscenista ha colto un umore frondista rispetto al «Capitano», o comunque un marcato dissenso per le sparate anti-euro o sovraniste di qualche leghista arrivato più di recente. Giorgetti ha ovviamente demolito il Conte-2, circondato da «una coltre di incenso». Nello stesso tempo ha spiegato che col governo giallorosso sull'autonomia non c'è «alcuna speranza». E dopo aver - nei giorni scorsi - ipotizzato un ingresso della Lega nel Ppe, a Varese ha salutato come un fatto positivo il ricompattamento del centrodestra («ma non capisco i distinguo di Fi sul maggioritario», ha confessato). «Bisogna che tutti si riconoscano nei nuovi ruoli. Fi era il partito federatore e oggi è la Lega che dovrebbe esserlo.

E Salvini deve essere in grado di fare il federatore come fu Berlusconi».

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