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Il nuovo eroe grillino: il sindaco indagato

Bagheria, il M5s vuol marciare per il suo inquisito. Poi fa dietrofront e annulla

Il nuovo eroe grillino: il sindaco indagato

Un cortocircuito, l'ennesimo. Una volta di più il Movimento 5 stelle si conferma folle nella sua ambiguità riuscendo nell'impresa, non facile, di stare sia con l'indagato che con chi indaga. Quando l'indagato, ovviamente, è uno dei loro. Succede a Bagheria, comune alle porte di Palermo, dove il sindaco grillino Patrizio Cinque è finito nei guai. Abuso d'ufficio, omissione di atti d'ufficio, turbativa d'asta e rivelazione di atti d'ufficio, in relazione alla gestione del servizio rifiuti e ad alcuni casi di abusivismo, i reati contestati al primo cittadino per cui è stato disposto anche l'obbligo di firma quotidiano. E il Movimento che fa? Ligio al motto «onestà» si schiera con la magistratura ed espelle l'indagato? Neanche a parlarne, non è mica di un altro partito. E così tutti in piazza per difenderlo. Salvo poi fare dietrofront perché anche alle ambiguità c'è, in fondo, un limite. Oggi infatti i grillini dovevano manifestare per le strade di Bagheria a favore del sindaco. Altro che dimissioni «in cinque minuti» degli indagati. E se in un primo tempo gli organizzatori sottolineavano di avere «fiducia e rispetto per la magistratura», l'imbarazzo nel M5s è stato tale che lo stesso Cinque ha chiesto di annullare la marcia «per evitare speculazioni». E in serata è arrivato il dietrofront. Marcia annullata ma grande sostegno e vicinanza al sindaco indagato, alla faccia della coerenza.

Il sindaco ieri è stato interrogato per circa due ore dal Gip di Termini Imerese Michele Guarnotta e ha respinto tutte le accuse, assicurando che chiarirà tutto. Tramite i suoi legali, ha chiesto la revoca dell'obbligo di firma. Difficile che possa essere accontentato visto che in prima istanza per lui erano stati chiesti gli arresti domiciliari.

Intanto, mentre Di Maio da Milano si lancia in una nuova sparata dicendo «noi siamo l'unico argine agli estremismi in Europa», proprio dalla Sicilia, dove il candidato governatore Cancelleri è stato fermato dalla magistratura per irregolarità nelle «primarie» grilline, arriva una nuova mazzata. Martina Guarascio, figlia del muratore di Vittoria che si suicidò per difendere la propria casa, ricomprata con i fondi donati dai Cinque Stelle e a lei restituita, scende in politica. Con loro? No, con Forza Italia dove correrà per le Regionali. Così, tra un'ambiguità e un cortocircuito, il Movimento perde altri pezzi.

Anche quelli meno attesi.

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