Politica

Nylon, felpa e neoprene Lo stile libero dei tessuti

Scervino l'alchimista sperimenta inediti accostamenti di materiali antichi e nuovi

Lucia Serlenga

Non c'è nulla d'immutabile, tranne l'esigenza di cambiare, diceva Eraclito. E nella moda uomo per il prossimo inverno tutto cambia attraverso i materiali. Ermanno Scervino, raffinato alchimista d'inedite armonie, cerca l'inedito in una strada lastricata di texture tipicamente maschili. Il principe di Galles per esempio è in canapa, lana vergine e angora, nulla a che vedere con il classico di una volta caro al duca di Windsor. «Collaudo vestibilità e tessuti su Lorenzo, un ragazzo di Empoli dalla perfetta taglia 50, da sempre mio manichino vivente» dice Scervino sottolineando di partire spesso dai fili per sperimentare processi tecnici e mischie innovative. Risultato? «Un modo di vestire moderno, mai banale» dichiara mostrando giacche in velluto con inserti di neoprene a contrasto, parka e bomber a nido d'ape con polsini e colletto in felpa a righe, camicie in soave pashmina e pantaloni a vita alta con banda laterale ma anche irresistibili maglioni di cashmere a disegni geometrici. Insomma una notevole libertà d'espressione pur dentro i canoni di uno stile dalla forte identità. E di libertà parla anche Alessandro Dell'Acqua con la collezione N°21 partendo dalla voglia di protesta che scuoteva gli animi dei giovani negli anni Settanta - casualmente lo stesso tema di Prada - per stimolare una riflessione culturale e un cambiamento estetico. «Una sorta di ribellione nei confronti del già visto» dice il bravo stilista a proposito di moda prima di mandare in passerella cappottini di cammello con dettagli di nylon camouflage, maglie norvegesi con disegni volutamente interrotti, giubbottini di nappa accoppiati con neoprene.

E come accento di stile, un cappuccio di felpa ricamato di paillette da mettere un po' ovunque. Raggiunge vette altissime nella ricerca di nuovi materiali Kean Etro che utilizzando la sua libera sperimentazione sottopone i maglioni di lana della ricca collezione Etro, alla tecnica di decolorazione giapponese dello shibori mentre sui lunghi cappotti imprime un motivo a foglie ottenuto con una innovativa colorazione all'argilla. Ma non è tutto: orsi, lupi e cervi, abitanti di quelle montagne protagoniste di un bellissimo video che fa da sfondo alla sfilata, si affacciano su spalle, tasche e fodere. «Vogliamo valorizzare il nostro patrimonio e l'esperienza nella lavorazione di materiali pregiati attraverso pezzi iconici che durino a lungo» dice Gaia Trussardi rivendicando la tradizione della maison ma anche la ricerca di nuove lavorazioni. Così nelle stanze della Pinacoteca di Brera ha trasformato 14 attori in altrettanti personaggi dei tarocchi - il papa, l'eremita, l'imperatore, il matto e così via - per magnificare pezzi del guardaroba maschile di straordinaria qualità: il parka in morbida pelle riscaldato da un interno di pelliccia, i cappotti in lana e suede, i trench con il collo in pitone. Tutto conduce a un'eleganza ricca ma mai ingessata punteggiata da stemmi araldici con maxi logo «T» sormontato da una corona in canottiglia.

Inutile dire che tutti gli accessori sono strepitosi, dalla borsa in cervo alle clutch - gli uomini di oggi non ne possono fare a meno - allo zaino, agli anfibi, alle derby.

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