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"O si decide che i verdetti sono sacri, oppure si possono discutere. Tutti"

Il giornalista: "Una persona come Amato dovrebbe parlare coi fatti. Quando era a Palazzo Chigi ha fatto i passi formali con la Francia?"

"O si decide che i verdetti sono sacri, oppure si possono discutere. Tutti"

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Polemiche di fuoco sulle parole di Marcello De Angelis sulla strage di Bologna. Dubbi e dibattito dopo l'intervista di Giuliano Amato su Ustica. È giusto mettere in discussione le sentenze? «O si decide che le sentenze sono sacre e inviolabili oppure che si possono discutere, basta mettersi d'accordo. Io dico che tutte le sentenze si possono discutere», risponde al Giornale il giornalista e scrittore Pierluigi Battista.

Su X ha scritto che le sentenze si rispettano o si smentiscono «a seconda delle convenienze». E ancora: «Mambro e Fioravanti conviene? No, quindi no. Ustica conviene? Sì, dunque sì». Pensa che ci sia un doppiopesismo?

«Non è possibile che nei giorni pari si discutono le sentenze anche in modo veemente e nei giorni dispari si decide che non si possono discutere».

Si riferisce al caso De Angelis?

«Abbiamo assistito a una polemica su una frase di De Angelis in cui si obiettava sulla forza probatoria della sentenza che ha condannato Francesca Mambro e Valerio Fioravanti per la strage di Bologna, una posizione condivisa da importanti personalità di sinistra come Furio Colombo, Rossana Rossanda, Luigi Manconi, Marco Pannella. In quel caso era inammissibile e non si poteva discutere la sentenza, mentre adesso Giuliano Amato, che ha ricoperto ruoli istituzionali di grande rilievo, può definire menzogna una sentenza della magistratura sulla base di quelle che lui stesso definisce deduzioni».

Le sentenze si cavalcano?

«Spesso si va a seconda della convenienza. Su Berlusconi se ci sono sentenze di assoluzione vengono delegittimate, se sono di condanna vengono cavalcate. Ad esempio, ci sono state numerose sentenze che hanno dimostrato che la storia della trattativa stato-mafia è una fake news. Ma, nonostante questo, ci sono alcuni magistrati ed ex magistrati che dicono che quelle sentenze non valgono nulla ed esistono giornali che ancora fanno campagne sulla trattativa stato-mafia. Detto ciò, io credo che le sentenze si devono eseguire, ma si possono sempre discutere».

Dunque anche Amato ha il diritto di smontare un verdetto

«Sì, ma diciamo che una persona come Amato dovrebbe parlare per elementi fattuali, non per deduzioni».

Perché l'ex presidente del Consiglio ha parlato proprio ora?

«Guardi, il punto non è questo. Io mi chiedo perché non abbia detto queste cose prima. Quindi, io gli chiederei: quando è stato a Palazzo Chigi ha fatto dei passi formali con la Francia? E poi: quando Cossiga nel 2008 disse che erano stati i francesi ad abbattere l'aereo con un missile, Amato era ministro dell'Interno. Eppure non ricordo all'epoca suoi interventi indignati in difesa delle tesi di Cossiga, perché? Inoltre, come mai non risponde ai figli di Bettino Craxi, che dicono che il padre avvertì Gheddafi dei bombardamenti del 1986, non di un possibile attentato nei suoi confronti nel 1980, come invece afferma Amato. Come notava giustamente ieri Marco Gervasoni sul Giornale, Amato dice un'altra inesattezza facendo di un fascio Francia e Nato: cosa in quel momento non corretta, poiché Parigi era uscita da tempo dal comando integrato Nato.

Quindi, come ha scritto Gervasoni, in linea teorica, la Francia poteva compiere operazioni senza informare gli altri Paesi dell'Alleanza atlantica».

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