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Oggi ok al Def con l'handicap Superbonus. Giorgetti: "Ma nessuna manovra correttiva"

Nel Documento solo il quadro tendenziale perché le politiche di bilancio saranno definite in base al Piano strutturale, innovazione introdotta dalla riforma del Patto

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«Vogliamo rispettare esattamente gli obiettivi della Nadef presentata in autunno per una questione di credibilità. Se c'è qualcosa da correggere la correggeremo, ma sostanzialmente siamo in linea». Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sintetizzato in questi termini i contenuti del Def, il Documento di economia e finanza che oggi il Consiglio dei ministri varerà. Queste parole suonano come una conferma dei numeri della Nadef, che saranno sostanzialmente riproposti esclusivamente nel quadro tendenziale del Def.

Il quadro programmatico, ossia gli effetti della manovra sui conti pubblici, saranno delineati nel corso della prossima estate, secondo quanto si apprende da fonti vicine al ministero dell'Economia. Il proposito di Via XX settembre è quello di definire, per l'appunto, il quadro programmatico, una volta che si sarà appurato come si intenda applicare la riforma del Patto di Stabilità. Dunque, non è una replica della scelta di Draghi che nel 2022 varò una Nadef senza quadro programmatico visto che di lì a poco si sarebbero svolte le politiche.

L'impostazione, secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, sarà diversa «perché sono cambiate le regole di programmazione economica e di conseguenza sono previste nuove tempistiche». Le regole di governance in via di approvazione, infatti, introducono un nuovo strumento di programmazione, il Piano fiscale-strutturale di medio termine che a regime dovrà essere presentato alle autorità europee entro il 30 aprile (con una cadenza allineata alla durata della legislatura nazionale, che nel nostro ordinamento è fissata in cinque anni). Per l'anno in corso sarà applicato un regime transitorio, che prevede la presentazione del Piano alla Commissione europea entro il 20 settembre. L'approvazione del Piano implica un processo che richiede il contributo di diverse istituzioni e un confronto costruttivo sia con il Parlamento sia con la Commissione europea che dovrà poi valutarlo. Giacché questo processo si concluderà in tempo per la messa a punto della legge di Bilancio 2025, fanno sapere dal governo, non ci sarà «nessun rischio di generare incertezze sui mercati», mettendo a repentaglio il rating delle principali agenzie. Il documento che sarà approvato oggi sarà, quindi, sarà molto più «asciutto» rispetto al passato perché sarà proprio il Piano fiscale strutturale a fornire gli elementi utili alla costruzione della manovra.

Per quanto riguarda le previsioni sulla crescita economica, il governo intende «proseguire sul metodo adottato finora, fornendo numeri il più possibile realistici». Dunque crescita del Pil 2024 all'1%, deficit/Pil grosso modo sui livelli indicati nella Nadef al 4,3%, con un debito appena sotto il 140% del Pil. Nel Def sarà inoltre definito il pesante impatto del Superbonus (122,24 miliardi a fine marzo), il cui onere potrebbe salire sopra i 210 miliardi, da scaricare sul deficit 2023 che dovrebbe superare il 7,2% del Pil stimato dall'Istat.

Considerato che l'Italia si trova tra i Paesi con il debito/Pil al di sopra del 90% e che sarà costretta a una correzione del saldo strutturale dello 0,5% all'anno (0,3% giacché l'implementazione delle riforme strutturali connesse al Pnrr durerà fino al 2026), la situazione potrebbe essere già chiara nel corso dell'estate.

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