Politica

One-man-show nel suo "Manzoni"

Battute e sketch a teatro: "Se vinciamo offro il menù patriottico a tutti"

Bagno di folla per Berlusconi al Teatro Manzoni di Milano
Bagno di folla per Berlusconi al Teatro Manzoni di Milano

Milano - Dopo due ore e un quarto da one-man-show un assistente gli allunga un biglietto e Silvio Berlusconi scherza: «Mi hanno detto che se non chiudo mi sbattono fuori dal mio teatro perché è occupato, bene». Ma il popolo di Forza Italia che ieri ha riempito il Manzoni a Milano non ne ha ancora abbastanza. Una folla si raduna sotto il palco e i più fortunati riescono a salire per fare un selfie col presidente, ci sono tanti giovanissimi con la maglietta «Forza Silvio». La gente vorrebbe già prenotarsi alla cena della vittoria. A fine kermesse il Cav annuncia che se va come deve andare per il centrodestra («siamo già oltre il 40%, ma vogliamo arrivare al 45») offrirà «qui in teatro il menù patriottico a tutti». I piatti tricolore che ha offerto negli anni anche ai capi di Stato.

Posti tutti esauriti in platea e galleria mezz'ora prima dell'inizio. Cinquecento persone rimangono fuori, protestano, devono accontentarsi di assistere al Berlusconi-show sul maxischermo. In sala sono appesi gli striscioni con gli slogan della campagna: «Difendersi è sempre legittimo», «più investimenti per famiglie e imprese», «un nuovo welfare dalla parte dei cittadini» e anche un «grazie presidente per il tuo impegno per l'Italia». Seduti in prima fila i colonnelli azzurri candidati nei collegi di Milano e della Lombardia. Ci sono Licia Ronzulli (vicino a Francesca Pascale), Paolo Romani, Mariastella Gelmini, Valentina Aprea, Andrea Mandelli, Laura Ravetto, Federica Zanella, il candidato governatore Attilio Fontana. «Avremo un ottimo presidente della Regione, ci battiamo per lui, per continuare la politica di buongoverno della Lombardia» è lo spot di Berlusconi. Anche se sul palco gli fa giurare di farsi ricrescere la barba in caso di vittoria. «Era un bel signore risorgimentale, con barba e baffi. Poi è venuto da me, gli hanno detto che non mi piacevano e se li è tagliati. Ma stava molto meglio prima». Battute e sketch per il pubblico. L'applausometro sale su taglio delle tasse e pensione minima a mille euro. Cori da stadio per l'ex ad del Milan Adriano Galliani che corre per il Senato e cita una delle più famose frasi di Gandhi che gli sembra «perfetta per Silvio: prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci. E noi domenica prossima riandiamo a vincere sicuramente le elezioni». Galliani passa in rassegna i 39 anni di vita accanto al Cav («valgono più di un Master ad Harvard»). «Aveva già creato Milano 2 quando mi contattò nel '79 per chiedermi se ero in grado di costruire tre reti tv nazionali» racconta. Poi «acquistò il Milan e nel 1989 vinse la prima coppa del mondo». «Ho avuto la fortuna - chiude - di assistere alla nascita di Fi. Era un nuovo partito, ma disse che avrebbe vinto le elezioni, lo guardavano tutti come un pazzo. Nel '94 diventò premier».

Applausi.

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