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Gli onorevoli furbetti M5S ora si tengono più soldi

Addio alla decantata diversità. Gli europarlamentari restituiscono solo mille euro, gli altri la metà del previsto Portaborse a pioggia e anche un posacenere da 700 euro

Gli onorevoli furbetti M5S ora si tengono più soldi

Più furbetti che virtuosi. Mentre Beppe Grillo si scaglia nuovamente contro il finanziamento pubblico ai partiti, il settimanale Oggi fa le pulci alle «restituzioni» dei parlamentari italiani ed europei del Movimento 5 Stelle. Rimarcando un trend in forte discesa: col passare degli anni, insomma, i «cittadini portavoce» pentastellati manifesterebbero più difficoltà ad aprire i cordoni della borsa. Due anni e mezzo fa, si legge nel numero di Oggi in edicola, la media delle restituzioni «era di 5-6mila euro netti mensili sui 14mila di stipendio e rimborsi spettanti a ogni parlamentare», mentre oggi si attesterebbe sui «2.500-3.000 euro». Tra le voci più consistenti, continua il settimanale, ci sono gli affitti e i trasporti, oltre ai costi sostenuti per i collaboratori (con la quasi unanime decisione dei parlamentari M5S di assumerne due a testa). Secondo il settimanale, tra le voci che di fatto finiscono per «aggirare il vantato rifiuto del finanziamento pubblico» vi sarebbero i rimborsi (non restituiti) per le «spese per attività ed eventi sul territorio». In Europa, poi, i 17 europarlamentari grillini, a fronte di stipendi da 41mila euro mensili, provvedono a restituire appena mille euro (con la sola eccezione di Eleonora Evi, che taglia la propria busta paga di tremila euro), e due di loro hanno deciso di spalmare i 21.379 euro mensili che l'europarlamento mette a disposizione di ogni deputato per i portaborse per assumerne ben sette, quattro dei quali - conclude Oggi - pagati dalla Ue ma impiegati in Italia, come «assistenti territoriali» per occuparsi del collegio elettorale.Se qualcosa scricchiola sul piano delle restituzioni, perde colpi anche la decantatissima trasparenza, alla quale per regolamento interno i parlamentari pentastellati sarebbero tenuti. Sul sito tirendiconto.it, che riporta il dettaglio di stipendi, rendiconto rimborsi e relative restituzioni, la maggioranza di deputati e senatori grillini ritarda ad aggiornare i dati. L'ultimo mese di rendicontazioni online, a oggi, è quello di settembre. Ma solo i conti di 62 parlamentari sono aggiornati a quel mese. Per gli altri 65 (42 alla Camera e 23 al Senato) mancano i dati da un minimo di uno a un massimo di sette mesi (è il caso della deputata Silvia Benedetti, i cui rendiconti sono fermi a febbraio scorso). A scorrere i dati disponibili, salta all'occhio che viene restituita con zelo la quota dell'indennità (1.700-2.000 euro) prevista dal regolamento grillino, molto meno invece rimborsi e diaria. Oltre ai costi di affitto, bollette e pulizie (in media sui 1.500 euro al mese) spiccano anche, variabili, i soldi incassati come rimborso per il vitto, da pochi euro a più di mille al mese (la media è sui 500), con qualche vetta interessante: per esempio il deputato Salvatore Micillo, che tra giugno 2014 e giugno scorso si è fatto rimborsare più di 16mila euro di cibo.

E poi, sempre in Europa, spuntano spese assurde, come un «posacenere tascabile ecologico» da 700 euro.

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