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Ora la Boldrini libera tutti: «Migranti come partigiani»

E Renzi si celebra su Twitter in un video che lo ritrae coi combattenti La Camusso: «Troppi pensano di essere uomini soli al comando»

Ora la Boldrini libera tutti: «Migranti come partigiani»

RomaSe 70 anni fa c'erano i partigiani che combattevano per la libertà in Italia, oggi capita che molti partigiani che combattono per la libertà nei loro Paesi siano costretti a scappare, attraversando il Mediterraneo con ogni mezzo. È questo il senso che Laura Boldrini ha voluto dare al 25 aprile, parlando da uno dei luoghi simbolo della Resistenza italiana, Casa Cervi di Gattatico: «molti di quei giovani che arrivano - ha detto - nei loro Paesi sono partigiani». Da un presidente (della Camera) a un altro ( del Consiglio) la musica cambia poco. Prati verdi, bambini che corrono, un campo di papaveri mossi dal vento, le note di Bella Ciao suonata al pianoforte. E poi le immagini d'epoca che mostrano camion, fucili, i visi scavati dei combattenti, feste. All'improvviso, ecco il giovane Matteo che abbraccia i vecchi partigiani, che sorride e si commuove con loro, che parla a Marzabotto e che va in visita sui luoghi della lotta della Liberazione. Alla fine si vede di più la faccia del presidente del Consiglio di quelle di chi la Resistenza l'ha fatta davvero.

Il filmato è su You Tube , ce l'ha messo Palazzo Chigi insieme a un tweet del premier: «Abbiamo previsto diversi eventi per il 70° anno della Liberazione - scrive - Buon 25 Aprile a tutti! #ilcoraggiodi ». Ma più che un saluto sembra uno spot, più che un omaggio ai combattenti di allora sembra quasi un'autocelebrazione ai governanti di oggi. Molti infatti sulla rete lo sfottono. «Cosa si deve fare per mettersi in mostra», scrive un follower . E un altro: «Renzi è il politico più fascista dai tempi di Mussolini». Nemmeno Susanna Camusso da piazza del Duomo, dove ci sono diversi cartelli poco teneri con Renzi, si fa scappare l'occasione: «Troppi pensano di essere uomini soli al comando. Libertà invece è riconoscere i diritti, tra cui quello di discutere». Sull'altra sponda, il premier viene attaccato pure dal duo Salvini-Meloni. «Costruiamo un altro Fronte di Liberazione, ma da Renzi». Matteo però non si preoccupa delle critiche e tira dritto. La strategia del premier è duplice. Da un lato cerca di legare l'epopea della Liberazione dal nazismo e dal fascismo alle sue riforme, alla sua lotta per «cambiare verso» all'Italia.

Dall'altro, dopo lo strappo con la minoranza del Pd sulla legge elettorale, dopo la rottura con i sindacati sul Jobs Act, Renzi ha bisogno di compensare, di fare qualcosa «di sinistra». Che cosa c'è di meglio allora del 25 Aprile per farsi vedere più partigiano dei partigiani?

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