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"Ora chi dice a papà che abbiamo perso tutto?"

Sono 35mila i clienti in Toscana che si sono visti azzerare i conti: «Ma in che Paese viviamo?»

"Ora chi dice a papà che abbiamo perso tutto?"

«Chi glielo dice a mio padre che abbiamo perso tutto?» scrive un uomo in una lettera indirizzata alla Federconsumatori, dove le segnalazioni non si contano più. «Non riusciamo a staccarci dal telefono, un bagno di sangue», dice l'associazione. Va anche peggio nelle 84 filiali toscane di Banca Etruria, prese d'assalto dagli azionisti che si sono visti azzerare i propri crediti dalla sera alla mattina. Vaporizzati circa 300 milioni di euro, in buona parte risparmi che le famiglie avevano messo da parte con fatica per avere una vecchiaia tranquilla, oppure per un progetto o per il futuro dei figli. In Toscana sono circa 35mila i risparmiatori che avevano affidato i loro soldi alla «vecchia» Banca dell'Etruria e del Lazio, vedendoli sparire sotto i loro occhi quando è nata la Nuova Banca Etruria: praticamente la stessa, ma senza perdite e con un capitale fresco da 442 milioni di euro, sfilato dalle tasche degli azionisti e degli obbligazionisti, un'operazione vergognosa adottata da Bankitalia e dall'Ue e ratificata con decreto legge dal governo.

A raccontare la sua rabbia ad Alfredo Faetti del Tirreno, è Salvatore Giorgianni, 63 anni, pensionato dell'Enel, originario calabrese e residente a Venturina (Livorno): «Ho perso 32mila euro. Non so più in che nazione mi trovo. Non è mai successo in Italia che i risparmiatori perdessero i loro soldi». La sua storia inizia nel 2011 quando Banca Etruria «mi propose un investimento bancario vincolato a 5 anni con interesse al 5% netto. Avevo dato loro 29mila euro con i quali avevano comprato obbligazioni per 32mila euro, che costavano 0,91 l'una. Non mi avevano detto però che non era capitale garantito, altrimenti non l'avrei fatto. Anzi, mi venne detto che non c'erano pericoli e io mi sono fidato. Adesso tutti i miei soldi che ho affidato a loro non ci sono più, vi rendete conto? Sono allibito. Di punto in bianco mi ritrovo con 32mila euro in meno. Ho perso tutto».

Ancora sotto choc Giorgianni ha scritto una lettera al presidente del Consiglio, Matteo Renzi (che ovviamente non gli ha risposto) nella quale gli dice con toni anche troppo educati che «prima di fare certe azioni bisognerebbe pensarci bene perché oggi il signor Renzi ha demoralizzato i risparmiatori di tutte le banche; nessuno si fiderà più adesso».A Porto Santo Stefano, all'Argentario, c'è un altro pensionato. Ha 65 anni ed è cliente di Banca Etruria dal 1978. «Sono un operaio in pensione che si fidava della gente che aveva davanti. Nessuno mi ha detto dei rischi che stavo correndo. Anzi, gli operatori della banca mi parlavano di un rischio medio-basso». Il suo pacchetto d'investimento nell'istituto di credito ammontava a 70mila euro, suddivisi tra due fondi (uno di 55mila euro e un altro di 15mila) più 6mila euro di azioni. Oggi non valgono più nulla. «Erano tutti i miei risparmi. Ora devo mandare avanti la famiglia solo con la pensione».A Vitolini, frazione di Vinci, situazione ancora più drammatica perché, oltre alle Poste, l'unica banca in paese è l'Etruria. Ad Arezzo, patria natìa della banca e del ministro Maria Elena Boschi, una signora racconta di essersi fidata: «Etruria era la nostra banca da trent'anni, avevamo lì il conto corrente, la pensione e invece hanno approfittato della nostra fiducia».In mezzo a tutta questa follia Federconsumatori sta raccogliendo i dati per un esposto in procura. Mentre Renzi, Padoan, Boschi & Co. non proferiscono una parola.

Anche questo un comportamento di pura follia.

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