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"Ora diventa figo fare lo statale"

Il ministro per la Pa: "Cerchiamo talenti e paghiamo di più i medici per non farli scappare"

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Nuovo contratto per i dirigenti della sanità. Ieri la firma con i sindacati e i dirigenti dell'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle amministrazioni pubbliche (Aran). Un passaggio importante in un settore, quello della sanità pubblica, in discussione. La chiusura del contratto porta la firma del ministro della Pa Paolo Zangrillo.

Ministro cosa comporta questo adeguamento di contratto? E chi riguarda?

«L'intesa, per la quale ringrazio Aran, è stata sottoscritta da tutti i sindacati. Riguarda 135mila tra medici e dirigenti sanitari. Le risorse ammontano a 618 milioni, con aumenti medi di 289 euro al mese, per 13 mensilità, e oltre seimila euro di arretrati pro capite. Migliorano anche le condizioni di lavoro, dall'orario alle pronte disponibilità e alle guardie mediche, a conferma dell'attenzione per un settore che il Governo considera strategico per gli italiani».

Si parla da tempo del problema dei medici di famiglia (troppo pochi) e della fuga dagli ospedali di medici e infermieri. Cosa si può fare?

«Il contratto è una prima risposta al problema, ma non intendiamo fermarci a questo. La grande sfida è quella di recuperare un rapporto diretto con il territorio, con i medici di base e l'assistenza domiciliare. È quello su cui il Governo intende lavorare, per confermare l'eccellenza della sanità italiana».

Il ministro Giorgetti ha annunciato che nel Nadef sono già state iscritte risorse per i rinnovi dei contratti del pubblico impiego. Cosa vuol dire nel dettaglio?

«Lo scorso autunno ho ricevuto in eredità 2,4 milioni di dipendenti pubblici a cui non erano stati rinnovati i contratti 2019-2021. Ho dato una forte accelerata alle trattative ed ora stiamo concludendo la tornata, per poi avviare subito il percorso dei rinnovi 2022-2024, su cui interviene il Nadef con risorse assolutamente rilevanti, come ha ricordato il ministro Giorgetti».

È vero che si torna ad assumere nella Pa?

«Il blocco del turn over ci ha fatto perdere 300mila persone e l'età media dei dipendenti è passata da 43 a quasi 50 anni. Abbiamo rilanciato inPA, il portale del reclutamento, e rivisto i concorsi in modalità digitale, accorciandone i tempi, con un obiettivo ambizioso: inserire 170mila persone quest'anno e altrettante nel 2024, rafforzando le amministrazioni centrali e gli enti territoriali anche in ottica Pnrr».

Si è vista in questi giorni una pubblicità nelle tv commerciali che recita «più che un posto fisso, un posto figo». Che reazioni ha provocato?

«La Pa ha bisogno di attrarre talenti e abbiamo deciso di raccontare ai giovani come la stiamo cambiando, per dimostrare loro che non è soltanto un posto fisso. La stabilità è importante, sia chiaro, ma non è tutto: mettersi al servizio della collettività vuol dire crescere, dal punto di vista umano e professionale, ed essere valorizzati. Qualcuno non ha gradito, ma se vogliamo una Pa moderna e all'altezza delle attese dei cittadini dobbiamo scardinare vecchi stereotipi che non appartengono più ai nostri uffici e offendono le nostre persone».

Resta da firmare il contratto dei dirigenti degli enti locali.

«Le trattative sono già iniziate e, come abbiamo fatto per i medici, contiamo di chiuderle in fretta e bene».

Oggi si apre a Paestum il Berlusconi day. Sarà presente?

«La festa nazionale di Forza Italia è un appuntamento irrinunciabile per celebrare il nostro leader e fondatore e per valorizzare e dare continuità a un progetto politico di straordinaria attualità, che abbiamo costruito grazie alla felice intuizione di Silvio Berlusconi».

Qual è la sua personale «eredità berlusconiana»?

«A Berlusconi mi legano, oltre all'affetto personale, i valori liberali, riformisti ed europeisti per i quali ha sacrificato trent'anni di vita. Sono i principi indelebili su cui ancora oggi si fonda l'impegno politico di Forza Italia».

Antonio Tajani segretario in attesa del congresso. Ci sono alternative alla sua guida di Forza Italia?

«Nel nostro partito ci sono tante persone di valore e con autentica passione, ma nell'attuale fase politica abbiamo bisogno di una guida d'esperienza, salda, riconoscibile nel contesto internazionale. Antonio ha seguito l'intera storia politica di Silvio Berlusconi e ha ricoperto importantissimi ruoli, in Italia e in Europa.

È la scelta giusta, ne sono convinto».

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