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Ora la guerra mondiale si combatte nello sport

Dall'assegnazione dei grandi eventi al doping, superpotenze ai ferri corti

Ora la guerra mondiale si combatte nello sport

C'era un tempo in cui i missili erano quelli dislocati dall'Urss a Cuba. Si arrivò quasi a schiacciare il bottone della guerra nucleare e di certo lo sport serviva solo a stemperare gli animi. Mitica fu per esempio la partita Usa-Cina a ping pong del 1971, una pietra miliare della diplomazia che oggi però diventerebbe una vera e propria battaglia sul campo. Perché la Terza Guerra Mondiale è già scoppiata da tempo e si gioca sotto, sopra, dentro la rete: si sparano notizie incontrollate, si aprono terreni di conquista e la vera invasione è quella della privacy degli atleti, rimasti nel mezzo di una questione più grande di loro. Si abbattono miti, eroi, leggende. Si distruggono simboli per oscurare l'immagine del nemico, per rovesciare l'esito di partite giocate al di fuori di qualsiasi terreno di gioco. È una guerra di potere, e siccome il petrolio è in crisi il mondo si è creato il suo nuovo oro nero: lo sport.

Usa, Russia, Cina, i Paesi arabi, le nuove superpotenze insomma alla ricerca di territori neanche fosse un Risiko dell'era moderna, in cui i missili ora sono quelli raccontati dai telecronisti. Lo scandalo (finto) doping di ieri, è l'ultimo avamposto di una strategia che va avanti ormai da mesi, tra vendette, ripicche e piani studiati ad arte per arrivare là dove nessun governo era mai giunto prima. E se sulla strada si abbatte qualche regime, è solo quello di colonnelli rimasti troppo a lungo attaccati alle proprie ambizioni per diventare dei seri pericoli. Blatter, per dire, ricordate? Era lui il capo della Fifa, la Federazione mondiale del calcio che ha osato consegnare al Qatar l'organizzazione del mondiali del 2022 dopo aver assegnato quelli del 2018 alla Russia. Ha osato, soprattutto, scartare la candidatura degli Stati Uniti, Paese che ha snobbato il calcio per troppo tempo prima di capire la potenza del pallone. Ecco, quella Fifa oggi non esiste più: dirigenti arrestati, potere distrutto, Colonnello Blatter in pensione. Tutto per opera dell'Fbi. Sullo sfondo la rivalità con Mosca, Obama contro Putin neanche fossero Maradona contro Pelè. Una guerra, vera, neanche tanto fredda, spostatasi appunto sul fronte della frode medica, con l'inchiesta che ha smascherato le operazioni dell'agenzia antidoping russa per occultare i casi sospetti degli eroi dei Giochi Olimpici invernali di Sochi 2014, vera manifestazione muscolare del governo Putin. E poi il caso Meldonium che ha tolto di mezzo la tennista preferita dello zar Vladimir, Maria Sharapova. Non l'unica che assumeva un farmaco, il Meldonium, diventato di uso comune tra gli atleti del Cremlino, neanche fosse scoppiata in Patria un'epidemia di diabete. Ma sicuramente una statua nella Piazza Rossa dello sport.

L'attacco alla ginnasta Biles e alle sorelle Williams - e a chissà chi altri arriveranno - è dunque la ritorsione mirata a ribaltare le sorti della guerra, dopo la sconfitta accusata da Putin di vedere i suoi atleti banditi da Olimpiadi e Paralimpiadi e bollati come vergogna mondiale. Usa-Russia come quella volta, a Monaco '72, in cui i sovietici rubarono il basket agli americani: ma allora era in gioco l'orgoglio, adesso una montagna di soldi. Quelli che attraggono gli investimenti arabi nelle squadre di calcio o di ciclismo (Nibali ora correrà per loro), una ragnatela di potere in Europa di cui è spesso difficile trovare la fonte. E gli stessi soldi che stanno portando la Cina alla conquista dell'Occidente con un piano di riforme che prevede la scolarizzazione calcistica dell'immensa nazione per arrivare a prendersi in Mondiali del 2030. E per arrivare a vincerli. Milano è già in mano loro, ma non ci sono solo Inter e Milan: altre squadre in Europa parlano già in yen, sono entrati pure nel ciclismo, e intanto Wanda - quella che è nata come un'impresa di costruzioni - si è comprata la più grande agenzia di diritti sportivi del mondo, ovvero la Infront, per farne la sua rampa di lancio. Da lì partiranno nuovi missili pieni di soldi, che nella Guerra del Terzo millennio non faranno vittime, ma avranno l'effetto di una bomba.

E sicuramente c'è chi alla fine perderà la partita.

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