Cronache

Ora i carabinieri puntano sul test dell'alcol alle due ragazze

Ora i carabinieri puntano sul test dell'alcol alle due ragazze

Un primo, blando spiraglio di speranza per i carabinieri accusati di avere violentato due studentesse americane a Firenze si materializza ieri in una dichiarazione del procuratore del capoluogo toscano, Giuseppe Creazzo. Parlando con i giornalisti, il magistrato rende noto che le analisi effettuate finora hanno accertato che le ragazze avevano ingerito «una rilevante quantità di alcool, sopra la norma considerando come riferimento il livello tollerato per chi si mette alla guida», ovvero mezzo grammo di alcool per litro. Tasso assai modesto, come è noto, che si può raggiungere anche apparendo perfettamente sobri. Questo dato, dice infatti il procuratore, «non è sufficiente a stabilire se le due giovani fossero ubriache e in che misura non fossero lucide quando hanno incontrato i carabinieri». Per verificare se il tasso alcolemico era maggiore, spiega Creazzo, bisognerà attendere le analisi ulteriori.

Allo stato delle indagini, dunque, non c'è la prova scientifica che le due ragazze fossero totalmente e visibilmente ubriache. Certo, se le nuove analisi dimostrassero un tasso di due o tre grammi/litro diventerebbe difficile credere ai due carabinieri, quando giurano di non essersi resi conto del loro stato. Ma per il momento la dichiarazione del procuratore sembra compatibile con la linea difensiva del capo pattuglia Marco Camuffo e del suo collega Pietro Costa, che - interrogato martedì - ha ammesso anche lui un rapporto sessuale con una ragazza, che però - secondo lui - era pienamente consenziente e non dava alcun segno di ubriachezza.

«Ho fatto un grosso errore», ha detto Costa al termine del suo interrogatorio, prima di scoppiare a piangere. D'altronde, a prescindere dall'esito degli esami del sangue delle ragazze, la carriera di Camuffo e Costa è finita, perché la sola idea di imbarcare sulla gazzella due giovani e di fornicare con loro durante una operazione di servizio rientra nei comportamenti che il ministro Roberta Pinotti considera incompatibili con la divisa dell'Arma.

Le indagini intanto vanno avanti: si aspettano gli esami del Dna, ormai superati dalle ammissioni dei carabinieri, e soprattutto l'interrogatorio - alla presenza anche dei difensori dei carabinieri - delle due ragazze, prima che tornino in America.

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