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Ora i nemici di Renzi tremano: "Vuol votare per spazzarci via"

I renziani preoccupati per le prossime scadenze: con la riforma della Pa e il Jobs act potrebbe andare peggio. I bersaniani a Vendola: Sel deve tenere duro

Ora i nemici di Renzi tremano: "Vuol votare per spazzarci via"

«Piaccia o non piaccia, le riforme le faremo». Nel giorno di massima tensione, con le opposizioni che marciano in corteo verso il Colle urlando alla morte della democrazia e la riforma del Senato impantanata sotto una valanga di emendamenti, Matteo Renzi non mostra esitazioni: «In Italia», sostiene il presidente del Consiglio, «c'è un gruppo di persone che dice “no!” da sempre. E noi, senza urlare, diciamo “s씻. Ma Renzi ammette anche le difficoltà della situazione economica: «Sarà molto difficile» arrivare al +0,8% di crescita stimato nel Def. Lasciando intravedere un autunno assai difficile.

Ieri sera a Palazzo Chigi e dintorni ci si diceva ragionevolmente certi che la prima lettura del ddl Boschi arriverà prima di Ferragosto con buona pace dell'ostruzionismo accanito di chi si oppone alla morte del bicameralismo. Il presidente del Senato, che mercoledì era diventato l'eroe dei dissidenti grazie alla sua decisione di ammettere il voto segreto, contro la giurisprudenza di Palazzo Madama, era stato evidentemente richiamato all'ordine; il contingentamento dei tempi era stato imposto dalla maggioranza e la fatidica data dell'8 agosto, come traguardo per il compimento dell'esame, era stata fissata, tra le urla belluine delle minoranze.

Una data, si spiegava però a sera nel Pd, voluta più dal Quirinale che da Palazzo Chigi, per blindare la riforma ed evitare uno slittamento a settembre che poteva diventare il detonatore della crisi. Il governo, con Maria Elena Boschi a presidiare la linea dura in Senato, era infatti pronto al muro contro muro con gli ostruzionisti, e minacciava di tenere i senatori al chiodo tutto agosto. La Boschi lo ha detto chiaro e tondo in conferenza dei capigruppo, ieri pomeriggio, accantonando i tentativi di mediazione che lo stesso gruppo del Pd, col presidente Zanda e Anna Finocchiaro, stava attuando: «Se M5S e Sel non sono disponibili a ridurre sensibilmente le loro migliaia di emendamenti, si lavorerà tutto agosto per votarli. Con i ricatti non si va avanti». Una durezza che ha spaventato assai il fronte degli oppositori: «Questi ci vogliono trascinare al voto, indicandoci come i responsabili della paralisi e del fallimento delle riforme», si ragionava nelle loro file. Dalle commissioni arrivavano notizie allarmanti sui decreti in scadenza che il Senato deve esaminare, il cui esame era frenato dalla stessa maggioranza, mentre la Boschi, a precisa domanda di Grasso, negava di voler chiedere la fiducia: «Stanno tentando di drammatizzare al massimo la situazione, per dimostrare che il Senato blocca tutto», lamentavano da Sel. «Renzi si sta costruendo una campagna elettorale perfetta», faceva notare Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato per Fi. «Immaginate l'italiano medio sotto l'ombrellone che legge che i senatori fanno le barricate per salvare lo scranno: diranno tutti bravo Matteo, forza, asfaltali tutti». Più o meno lo stesso ragionamento del viceministro Pd Enrico Morando: «Il Senato non poteva fare un miglior favore al premier, per dimostrare che c'è un blocco politico che non vuole cambiare nulla».

E che il premier non escluda affatto il ricorso ad elezioni anticipate per incassare il consenso «anti-casta» e sbloccare la situazione, e anche per liberarsi dei molti nemici interni che nei suoi gruppi parlamentari lavorano per affossarlo (Nichi Vendola ha ricevuto più di una telefonata o sms da esponenti bersaniani o dalemiani che lo incitano a «tenere duro» per bloccare Renzi), lo confermano anche dirigenti di primo piano del Pd renziano. Spiegando che per ora, con il pressing su Grasso per ottenere la tagliola dell'8 agosto, il Quirinale ha disinnescato la miccia già accesa.

«Ma la riforma del Senato è una passeggiata, in confronto a quella della Pubblica amministrazione o al Jobs Act: le occasioni non mancheranno», nota un renziano.

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