Cronache

Ora i prof sbarrano la scuola: "Il vescovo? Qui non entra"

I docenti vietano l'incontro tra monsignor Nosiglia e gli alunni, ma i genitori insorgono: "Sopruso violento"

Ora i prof sbarrano la scuola: "Il vescovo? Qui non entra"

Torino Vescovo in visita a scuola? Un attentato alla laicità scolastica. A pensarla così è stato un gruppo di docenti della scuola media «Brofferio» di Cafasse, un piccolo paese dell'hinterland torinese, che ha vietato all'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, di incontrare gli alunni, durante la sua visita pastorale. Una presa di posizione che ha scatenato l'ira di molti genitori e a poco è valsa la richiesta della scuola di ospitare il vescovo nel pomeriggio, fuori dall'orario di lezione, perché il prelato ha gentilmente rifiutato. «Negare la visita pastorale è stato un atto di scortesia - hanno ribadito numerosi genitori degli studenti della Brofferio - ed anche una mancanza di rispetto verso coloro che l'incontro volevano farlo».

Non le ha mandate a dire don Piergiuseppe Sandretto, il parroco di Cafasse-Monasterolo, che in una nota ha espresso tutto il suo disappunto: «C'è grande stupore e amarezza per questa censura: solo Cafasse ha bloccato l'incontro con gli alunni. Tutte le altre scuole della nostra unità pastorale, hanno accolto il vescovo con grande apertura».

L'amarezza da parte di don Sandretto ma anche dei genitori è data soprattutto dal fatto che l'arcivescovo Nosiglia non proponeva un incontro di preghiera, ma di semplice conoscenza, di confronto e dialogo, ed ha chiesto di poter essere ospitato nelle scuole proprio perché, come ha ribadito il parroco di Cafasse-Monasterolo, «desiderava incontrare tutti, non solo coloro che frequentano la parrocchia». Il don si chiede anche «perché non sia stato concesso al collegio docenti di votare democraticamente se approvare o meno la visita dell'arcivescovo». Opporsi all'incontro con il prelato, è stato considerato da genitori e insegnanti favorevoli alla visita, «un atto violento contro la maggior parte degli insegnanti della scuola di Cafasse», che infatti in tutti i consigli di classe si è detto favorevole dell'iniziativa ed ha provveduto a comunicarlo ai genitori. Vietare la visita pastorale a scuola, ha significato andare contro il 90 per cento delle famiglie di Cafasse e Monasterolo, che hanno scelto di avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica per i loro figli.

Gli incontri pastorali del vescovo Nosiglia erano stati richiesti e annunciati, con una lettera a fine marzo, da don Roberto Gottardo, direttore dell'Ufficio Scuola Diocesi di Torino. «Per le scuole secondarie di secondo grado si può prevedere una quarantina di minuti con le ultime classi o con una rappresentanza di studenti si legge nella lettera inviata da don Gottardo ai dirigenti scolastici -. Durante l'incontro il vescovo si presenta, risponde alle domande degli studenti e si confronta sui temi emersi». Vietare la visita del prelato a scuola, è stata considerata da Giovanni Ravalli, docente di religione nella scuola media di Cafasse e capogruppo di maggioranza nel Consiglio comunale come «una delle pagine più buie e tristi nella storia della nostra scuola e della nostra comunità.

È auspicabile che la scuola faccia pervenire una lettera di scuse al vescovo e convochi un collegio docenti straordinario per fare decidere a noi insegnanti se il Vescovo deve o non deve incontrare gli studenti».

Commenti