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Ora l'opinione pubblica assolve la Fallaci. Le critiche all'islam non sono un reato

In un teatro milanese verdetto favorevole alle denunce della giornalista

Ora l'opinione pubblica assolve la Fallaci. Le critiche all'islam non sono un reato

Una sala piena, in cui il pubblico, tra cui moltissimi studenti, si assume il compito, mai facile, del giurato. Sul palco un vero pubblico ministero e dei veri avvocati. Lo scopo? Fare un processo a Oriana Fallaci (1929-2006), così come in precedenti «sessioni di giudizio» è stato fatto a Garibaldi o Lucrezia Borgia. È quello che successo lunedì sera al teatro Carcano di Milano.

Ovviamente si trattava di un «gioco» ovvero di uno degli spettacoli del format Personaggi e Protagonisti: incontri con la Storia® Colpevole o Innocente? (a cura di Elisa Greco). Però un gioco fatto bene e che obbliga il pubblico a dire la sua su temi complicati e dibattuti. E un gioco dove non si va tanto per il sottile. L'accusa per il personaggio storico è sempre da codice penale. Quella che ha presentato Luca Poniz (Vicepresidente dell'Associazione Nazionale Magistrati e sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Milano) in un tribunale vero era da far tremare i polsi a chiunque: «imputata del reato p. e p. dagli artt. 81 2 ' co c.p. , 1 lett. A della L. 25/6/1993 n. 205 perché... con articoli pubblicati in periodici nazionali e saggi, caratterizzati da toni violenti e linguaggio irridente e provocatorio, diffondeva idee fondate sull'odio razziale o etnico, nonché incitava a commettere atti di discriminazione...». Non bastasse ancora: «imputata del delitto p. e p. dagli artt. 81 1 ' co. c.p.. 403 1' co. C.p., perché, con le condotte descritte nel precedente capo d'imputazione, ed in esecuzione del medesimo disegno criminoso, pubblicamente offendeva la confessione religiosa musulmana...».

Insomma Oriana messa sotto accusa per le idee espresse a partire da i suoi articoli sul Corriere dopo l'11 settembre 2001. Articoli e libri a seguire come La rabbia e l'orgoglio, che per molti sono stati un disperato tentativo di svegliare l'Occidente dal suo torpore verso i pericoli provenienti dal mondo islamico e per altri sono stati una lesa maestà del politicamente corretto. A difendere la Fallaci ci ha pensato l'avvocato Laura Cossar che, esattamente come l'accusa, ha portato i suoi testimoni. Tra cui il giornalista Alessandro Cannavò che Oriana conobbe bene, proprio subito dopo l'attacco alle Torri. Ne è seguito un duello verbale tutto giocato sulla libertà di opinione. Un duello che non poteva non tener conto di quanto Oriana diceva già 15 anni fa e di quello che il terrorismo ha poi, messo sotto gli occhi di tutti.

Alla fine la «giuria» non ha avuto dubbi. Assoluzione: 556 voti a favore, 230 contrari e 127 astenuti. Insomma un pubblico di persone normali, tra gli studenti anche ragazzine col velo, nel 2017 non ha grossi dubbi sul valore profetico degli articoli e dei libri di Fallaci. Non basterà certo un processo teatrale a spegnere il coro dei detrattori di Oriana. Ma il voto del pubblico del teatro Carcano forse le avrebbe fatto piacere.

Del resto diceva: «Sapere che voi fate quello che fate, pensare che voi sarete qui quando io non ci sarò più, mi aiuta parecchio a esercitare quel dovere contro il nemico».

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