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Ora Maduro minaccia tutti. Almeno 16 morti in piazza

Il leader tira dritto e attacca Parlamento, opposizioni e giudici. Ma il Paese è nel caos: nuove sanzioni Usa

Ora Maduro minaccia tutti. Almeno 16 morti in piazza

Mentre il Papa scommette sull'uscita pacifica e democratica del Venezuela dalla crisi, parlare di democrazia dopo la moltiplicazione dei voti fatta dalla narco-dittatura di Caracas domenica presuppone invero una fede papale, il presidente Nicolás Maduro nel suo primo discorso dopo la «storica vittoria» della Costituente dove ha trasformato 2,5 milioni di voti scarsi in oltre 8 milioni ha minacciato tutti coloro si oppongano alla deriva in salsa cubana voluta dai militari a lui fedeli.

E così dopo avere fatto ammazzare altre 16 persone domenica, ieri il saldo di 4 mesi di proteste contro le sue folli politiche ha superato i 130 morti e sfiorato i 2mila feriti, con altre quattro vittime al momento in cui andiamo in stampa. Maduro - che se nei metodi ricorda Ceausescu mentre fisicamente assomiglia sempre più a Saddam Hussein ieri ha «promesso» di mandare ai ferri, nelle prossime ore, tutti i parlamentari d'opposizione perché «squallidi» e «terroristi». A meno che non facciano ciò che vuole lui.

Secondo il piano concertato tra il suo braccio destro Diosdato Cabello ed il capo dell'esercito bolivariano Padrino López, infatti, i deputati dovranno essere fatti sloggiare massimo dopodomani dal Parlamento per lasciare spazio ai «costituenti rivoluzionari». Con le buone o con le cattive, che tradotto significa prigione per molti previa cattura del Sebin, il servizio segreto infame della dittatura chavista che anche ieri ha svolto il suo sporco lavoro contro giornalisti, politici e ragazzini sulle barricate. Ma Maduro ha detto che contate sono anche le ore in libertà della procuratrice generale Luisa Ortega Díaz, vuoi perché «pazza» o «corrotta dall'Impero» e che, perciò, necessita di «essere rieducata» visto che sino poco tempo fa anche lei era parte integrante dell'élite chavista che comanda qui da vent'anni.

E tra i prossimi ad essere «purgati» da Maduro ci saranno a breve anche Venevision, Televen e Globovisión, gli ultimi tre canali privati di televisione rimasti - chiaramente allineati da anni al regime bolivariano ma non abbastanza quando vorrebbe il delfino di Chávez, ora che lui ha come unico obiettivo quello di imporre ad un Venezuela alla fame il concetto di democrazia caro alla Cuba castrista. Dove per la cronaca si vota ogni due anni, una democrazia «piena» direbbero alcuni leader sinistrorsi come l'argentina Cristina Kirchner ed il brasiliano Lula da Silva, entrambi a rischio galera per conti in Svizzera, Panama e alle Seychelles impossibili da spiegare, ma da cui non solo non è arrivata nessuna parola una di condanna contro i massacri di Maduro, ma solo appoggio e parole al miele per il carnefice dittatore. Dagli Usa, invece, sono arrivate nuove sanzioni.

E allora, mentre Caracas torna a popolarsi di barricate e gli sgherri bolivariani rastrellano i giornalisti anche negli hotel, mentre la compagnia aerea di Panama, la Copa, è ormai l'ultima a offrire un'uscita verso il mondo libero dall'aeroporto di Maiquetía, la speranza del più celebre cantante melodico venezuelano, «El Puma» Rodríguez, è che «il Papa non abbia lo stesso concetto di democrazia dei Castro e che si schieri presto dalla parte giusta della storia».

Già perché se la Chiesa cattolica di Caracas sa bene che già da stanotte il regime folle di Maduro potrebbe imporre il coprifuoco, arrestando chiunque circoli in strada che sia «contro il popolo», mentre «la cosa più probabile da agosto è che i morti diventino migliaia, con la caccia a chiunque si oppone alla deriva dittatoriale che opprime e crea solo più poveri con un sistema, politico ed economico, condannato già dalla storia». Parole di Jorge Lanata, il più celebre giornalista investigativo argentino che Maduro farebbe subito arrestare se mettesse piede in Venezuela, il paese dove una dittatura che rappresenta la minoranza ha deciso di usare le armi per opprimere il popolo.

Altro che la pace di cui si riempiono la bocca sovente assassini, dittatori e pastori di anime.

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