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Ora è la manovra bis a dividere i ministri: Salvini nega, Tria apre

Il vicepremier rassicura: "Niente tasse in più". Economia più prudente: "Per ora non serve"

Ora è la manovra bis a dividere i ministri: Salvini nega, Tria apre

Roma - L'economia italiana allarma l'Europa. Ieri il ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire ha espresso preoccupazione per le ripercussioni della mancata crescita. «Non bisogna sottovalutare l'impatto della recessione italiana», sulla crescita europea. «Può avere un impatto sulla Francia perché è uno dei nostri più importanti partner commerciali».

In Italia la prospettiva di un Pil con il segno meno allarma anche perché potrebbe rendere necessaria una manovra correttiva per riportare il deficit nei limiti concordati con l'Europa. Non ci sarà, assicura il vicepremier Matteo Salvini. Il ministro dell'Economia Giovanni Tria è un po' meno netto nell'escludere una correzione. È «alquanto prematuro esprimersi su un'eventuale manovra correttiva», ha spiegato ieri durante il question time della Camera. Toni simili a quelli del sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti, che due giorni fa ha spostato in avanti nel tempo l'eventualità di una correzione del deficit 2019 a causa della mancata crescita del Pil.

Due linee diverse dettate innanzitutto dai ruoli dei due esponenti del governo. Al leader della Lega preme escludere tutto quello che il suo elettorato rifiuterebbe e considererebbe un tradimento. «Non ci sarà una manovra aggiuntiva, non ci saranno nuove tasse, non ci sarà la patrimoniale, non ci saranno tasse sui conti correnti o sulla casa. Stiamo lavorando per questo», ha spiegato Salvini ad Agorà.

In questi giorni si sono rincorse voci su una patrimoniale per coprire la correzione dei conti che potrebbe essere intorno ai 7 miliardi di euro. Il ministro dell'Economia non fa cifre e implicitamente spiga che una parte della manovra è già incorporata nella legge di Bilancio. Sono i due miliardi accantonati per fare fronte ad eventuali costi extra del reddito di cittadinanza e di Quota 100 o comunque di sfondamenti del deficit che dovessero emergere durante il monitoraggio periodico dei conti pubblici previsto dalla «finanziaria». «Questi margini di riserva al momento appaiono più che sufficienti». La prima verifica arriverà in luglio.

Prima, in primavera, ci sarà la presentazione del Def. Entro il 10 aprile come da programma, il governo presenterà il documento con le previsioni e il quadro dei conti pubblici aggiornato. Sarà sottoposto all'attenzione della Commissione europea. Se l'economia dovesse crescere meno del previsto, «cosa che ci auguriamo non accada», la proiezione del saldo di bilancio «potrà essere rivista, a condizione che non derivi solo dalla congiuntura economia».

Confermata quindi la linea di via XX settembre, fino a ieri circolata solo come indiscrezione. Gli effetti della minore crescita sui conti pubblici non faranno aumentare il deficit strutturale, quello depurato dagli effetti del ciclo economico. La Commissione europea ne terrà conto. E comunque il giudizio dell'Ue arriverà in primavera.

Domani intanto ci sarà un appuntamento importante: Fitch annuncerà la valutazione del rating del debito italiano.

Un taglio, che pare improbabile, sarebbe un duro colpo per i conti pubblici.

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