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"Ora il ministro dovrà occuparsi di noi"

Emilio Coveri: "Il diritto all'autodeterminazione è una scelta di civiltà"

"Ora il ministro dovrà occuparsi di noi"

Oggi Emilio Coveri è un uomo felice. Felice per sé, ma anche per l'Italia: «La Corte Costituzionale ha sancito una scelta di civiltà». Quella «civiltà» che è stata la ragione di vita sua e dei tanti suoi amici di Exit-Italia: «Cappato è un eroe - dice Coveri - e io sono orgoglioso di essere stato sempre al suo fianco nella battaglia per l'autodeterminazione». Quando la guarigione è impossibile e la sofferenza intollerabile, è giusto che al malato venga riconosciuto il diritto di porre fine al dolore: questa la tesi, semplice e di buonsenso, sempre sostenuta da Coveri. Che però per questa sua idea si è trovato anche al centro di vicende giudiziarie paradossali. Oggi è il giorno della sua rivincita. «Mi hanno messo all'indice perché davo informazioni su come ottenere una morte dignitosa, ricorda il presidente di Exit-Italia. Che si proietta sul futuro: «Anche il nostro ministero della Sanità dovrà prendere atto della sentenza e comportarsi di conseguenza». Cosa significa concretamente? Che il sistema sanitario nazionale dovrà permettere anche in Italia ciò che è sempre stato fatto nelle cinque «cliniche» elvetiche della dolce morte. Ora cambia tutto. E sembra un secolo fa (ma in realtà sono passati solo pochi mesi) da quando i carabinieri si presentarono nell'abitazione di Coveri (che è anche la sede dell'associazione da lui presieduta dal 1996) per consegnargli un avviso di garanzia con l'imputazione di «omicidio del consenziente». Un reato previsto dall'art. 580 del Codice Penale che oggi viene fortemente ridimensionato dall'orientamento dei giudici della Consulta. Coveri reagì con durezza: « La politica, invece di discutere una normativa di legge sull'eutanasia e suicidio assistito in Italia, litiga per le solite e ormai vetuste ideologie». Anche questa volta, per sopperire alla «viltà» della politica, sono dovuti intervenire i giudici. La speranza è ora che il Palazzo recepisca al più presto le linee guida delle massime toghe costituzionali. Anche in Italia vedremo presto sorgere le «stanze dell'autanasia», magari con le spese «coperte» dal servizio sanitario nazionale? Presto per dirlo, ma la decisione storica adottata ieri va sicuramente in questa direzione.

Il «business svizzero» dei 10mila euro per morire è finito.

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