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Ordinanza del sindaco: vietata la cattiveria «Guardate i film di Benigni e leggete Levi»

Il comune emiliano di Luzzara: «Segnalateci chi trasgredisce con una mail»

Ordinanza del sindaco: vietata la cattiveria «Guardate i film di Benigni e leggete Levi»

Poi dice che il buonismo non esiste. Nel Comune emiliano di Luzzara per esempio, non solo sono buoni: sono talmente buoni da voler vietare la cattiveria con ordinanza. E per chi fosse cattivo comunque, ecco le sanzioni, tra le quali spicca la visione obbligatoria de «La vita è bella» di Roberto Benigni o di classici cinematografici - di maggior valore - come «Quarto potere», o la lettura di grandi opere letterarie: da Levi, Conrad, Yourcenar, a Ben Jalloun, Camilleri e ai «Numeri primi» di Giordano. E un tema vero, quale quello dei discorsi d'odio, finisce in farsa. Per coincidenza, il sindaco che ha inventato la bontà obbligatoria si chiama Andrea Costa, proprio come il pioniere del socialismo italiano nato 170 anni fa nella non lontana Imola. E ieri ha firmato l'atto, ovviamente su carta intestata del Comune, con oggetto: «Istituzione del divieto a manifestare rabbia, cattiveria, rancore, e ogni atto fisico o verbale teso a recare offesa a singoli gruppi o persone (ordinanza anti-cattiveria)». Considerato che gli atti fisici che recano offesa alle persone si chiamano «lesioni» e sono previste dal codice penale, il sindaco vuole proprio che i concittadini siano solidali. Anzi, fa di più: chiede di segnalare i «cattivi» con una mail. Nel provvedimento, ovviamente, c'è di tutto e di più. Immaginifiche le premesse, in cui si cita «il diffondersi sempre più preoccupante di manifestazioni di cattiveria, rabbia, rancore, che rischiano di mettere in pregiudizio l'incolumità delle singole persone e la tenuta della comunità stessa». Al centro di tutto, ovviamente, il rischio della discriminazione, anzi della «differenziazione per razza, religione, orientamento politico e sessuale, censo e appartenenza». Ma il vero pezzo forte è l'invito a scrivere all'indirizzo stopcattiveria@comune.luzzara.it, per segnalare la violazione del divieto, «fornendo le prove per quanto possibile della violazione («screenshot di pagine web, foto di messaggi pubblici, registrazioni audio e video, testimonianze). E per chi trasgredisce, ecco le fantozziane proiezioni obbligatorie di film e pièce teatrali,e le letture coatte di libri, ma anche le visite a luoghi simbolo della storia o la contemplazione di capolavori della scultura o della pittura. Un «colpo di genio» l'ha subito definito qualche compagno. La sindaca di Crema Stefania Bonaldi (schierata coi primi cittadini «disobbedienti» contro il decreto sicurezza di Matteo Salvini) lo ha definito «Un modo geniale per fare riflettere». A questo punto si potrebbero obbligare i cittadini a ragionare.

Ma forse si farebbe prima a imporre a tutti la sola cosa che qui sembra interessare davvero: essere di sinistra.

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