Cronache

Orlandi, scoperta amara. Aperte le due tombe: "Ma sono tutte vuote"

Sotto i loculi le stanze di cemento senza resti Scomparsi anche quelli delle principesse

Orlandi, scoperta amara. Aperte le due tombe: "Ma sono tutte vuote"

Roma Tombe vuote, principesse sparite. Che fine hanno fatto i corpi di Sophie von Hohenlohe, morta nel 1836, e di Carlotta Federica di Meclemburgo, morta quattro anni dopo? Se lo chiedono in tanti dopo l'amara sorpresa, ieri mattina, all'apertura dei due sepolcri del cimitero Teutonico nella città pontificia.

«L'ispezione sulla tomba della principessa Sophie ha riportato alla luce un ampio vano sotterraneo di 4 metri per 3,70 completamente vuoto» dice il portavoce della Santa Sede. Il Vaticano ha deciso l'apertura dei due sarcofagi in seguito a una soffiata anonima che diceva «cercate dove indica l'Angelo» arrivata alla famiglia Orlandi sulla presenza dei resti di Emanuela nel sepolcro. L'ennesima delusione per il fratello Pietro, che ha assistito alle operazioni di apertura con il suo legale, alla presenza di un perito di parte, oltre all'equipe del professor Giovanni Arcudi. Era stato Arcudi, dell'Istituto di Medicina Legale di Tor Vergata, a riaccendere le speranze di trovare i corpi di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori quando, in autunno, vennero scoperti resti umani sotto un pavimento di villa Giorgina, sede della Nunziatura Apostolica, in via Po. Arcudi, da un primo esame, stabilì che si trattava dei resti di un cranio e di un femore, che potevano appartenere a una donna giovane. Esami approfonditi, però, avevano rivelato che si trattava di ossa di uomo vissuto 2000 anni fa.

La zona, del resto, coincide con la necropoli Salaria, un sepolcreto d'età romana, come dagli studi dell'archeologo Edoardo Gatti. L'ennesima sconfitta nella battaglia combattuta dalla famiglia della 15enne scomparsa nella

primavera del 1983, a poca distanza da quella di un'altra adolescente romana svanita nel nulla, Mirella Gregori. Due rapimenti legati fra loro? Certo è che per anni il caso Orlandi è stato messo in relazione con Enrico «Renatino» de Pedis, il boss della Magliana sepolto anche lui in territorio Vaticano per volere del cardinal Poletti. De Pedis sarebbe stato l'esecutore materiale del sequestro, secondo la sua ex amante, Sabrina Minardi, per fare un favore al presidente dello Ior, monsignor Marcinkus, che avrebbe riciclato denaro alla banda. Sarà un caso ma la donna si decide a parlare dopo il coinvolgimento della figlia in un duplice incidente mortale, nel 2008. Il fidanzato, sotto l'effetto di cocaina, investe due giovani su un motorino in via Nomentana e fugge. Quando lo arrestano la figlia della Minardi viene accusata di favoreggiamento. La madre inizia a parlare. E racconta che Emanuela, dopo esser stata rinchiusa in una cantina sulla via Gianicolense, sarebbe stata uccisa.

Sepolta assieme a Renatino? Dopo un braccio di ferro con il Vaticano nel 2012 si apre la tomba del «presidente». All'interno solo il corpo di de' Pedis, che viene traslato definitivamente.

«Tutto mi aspettavo tranne che trovare tombe vuote - commenta Pietro Orlandi - e finché non troverò Emanuela è mio dovere cercare la verità».

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