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Otto milioni di cani-mummie sacrificati dagli egizi agli dei

Gli animali trovati in una catena di catacombe vicino al tempio di Anubi Risalgono all'epoca dei faraoni

I lavori sono durati anni ma gli archeologi solo ora hanno messo la parola fine a degli scavi molto speciali conclusi a Saqqar, 30 chilometri a sud del Cairo dove sono state scoperte le catacombe dei cani.

Proprio così. Non ci sono mummie né amuleti preziosi in questo scavo, ma tanti, tantissimi corpi mummificati di cani, adagiati per terra in un sistema di catacombe, su un'area vasta 173 metri per 140, nei pressi del tempio di Anubi, divinità che proteggeva le necropoli e il mondo dei morti.

Il numero dei animali è impressionante- ben otto milioni di carcasse- ma la scoperta va inquadrata nell'importanza che Anubi aveva per gli Egizi. A lui, divinità con la testa di cane, venivano offerti i cani per ottenerne i favori. Questione di riti religiosi. «Come oggi in alcune chiese la gente accende una candela per far arrivare la propria preghiera al santo, il cucciolo mummificato portava la preghiera ad Anubi, in una sorta di linea diretta con il divino», spiega l'archeologa Salima Ikram, fondatrice del Progetto Mummie Animali al Museo Egizio del Cairo.

A furia di sterminare cani, nelle catacombe si trova di tutto. Cani adulti di razze diverse, cani con le zampe corte, scheletri di golden retriever e tante altre specie di quattrozampe oltre a tantissimi cuccioli che provenivano da allevamenti che mummificavano gli animali appena nati per poi venderli ai pellegrini. Le carcasse, impilate una sull'altra per ben cinque secoli sono però ormai deteriorate e spesso formano mucchi indistinti. Ma, secondo i ricercatori, i cani mummificati erano offerti in dono ad Anubi, come segno di fedeltà o di gratitudine.

L'area archeologica in passato doveva essere un punto nevralgico di traffici e commerci. «Si trattava probabilmente di un luogo che era molto affollato - ha spiegato a Live Science Paul Nicholson, professore di archeologia all'Università di Cardiff, responsabile dello scavo -. Una comunità permanente si occupava del culto degli animali. I visitatori arrivando a Saqqara visitavano i templi e acquistavano dai commercianti statue di divinità in bronzo. I sacerdoti celebravano cerimonie accanto a persone che interpretavano sogni e o che si improvvisavano guide turistiche. Poco distante, c'erano allevatori di animali, cani e altri tipi, che in seguito li avrebbero mummificati in onore degli dei».

Insomma, che piaccia o no, le mummie erano espressione di gratitudine che gli dei avrebbero apprezzato. «Molti dei cani che abbiamo trovato avevano appena poche ore o pochi giorni di vita quando sono stati mummificati -ha spiegato Nicholson -. Alcuni animali più anziani avevano sepolture più elaborate, potrebbero aver vissuto al tempio, ma i cuccioli più giovani erano probabilmente stati allevati, se si può dire, per il rito», ha detto il professore. I giovani cuccioli, insomma, erano separati dalle loro madri e fatti morire di disidratazione o di fame.

Il quadro fosco merita uno squarcio di luce. Il cane era un animale molto rispettato e amato dagli egizi. Quando un cane di famiglia moriva, i padroni non nascondevano il proprio dolore, vestivano a lutto e si tagliavano i capelli e le ciglia.

Gli abitanti di Cinopoli, invece, sferrarono una cruenta guerra contro quelli di Osirinco perché avevano ucciso e mangiato un cane.

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