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Padoan e Gentiloni tesi per la mossa anti tasse dei parlamentari renziani

Trentacinque parlamentari renziani non gradiscono le nuove tasse (su benzina e sigarette) volute dal governo per accontentare Bruxelles, che ha chiesto una manovra correttiva da 3,8 miliardi. Forte nervosismo di Padoan e Gentiloni

Padoan e Gentiloni tesi per la mossa anti tasse dei parlamentari renziani

C'è un certo nervosismo a Palazzo Chigi (e al ministero dell'Economia) per una mozione, presentata da alcuni parlamentari del Pd, contro il possibile aumento delle accise su sigarette e benzina. Il ministro Pier Carlo Padoan preferisce non parlarne ma il disappunto è evidente. Visto e considerato che Padoan nel precedente governo non ha mai messo in discussione la linea "renziana" sul calo delle tasse. Ora invece a mettere i bastoni tra le ruote a Padoan sono proprio i deputati renziani. Il nervosismo si inserisce nel clima tutt'altro che disteso che serpeggia in casa Pd, in vista della direzione di lunedi prossimo.

Ma al di là della bagarre politica e dei tatticismi parlamentari, c'è anche un problema di numeri da far quadrare, tenuto conto che Bruxelles ha chiesto al governo italiano una correzione da 3,4 miliardi di euro. E aumentare il deficit fa salire il debito pubblico, con il conseguente aumento della spesa per interessi che invece, tenuta sotto controllo, ha portato lo Stato a risparmiare non pochi soldi (si parla di circa 45 miliardi). Altro che i 3,2 miliardi chiesti di correzione oggi da Bruxelles.

Vediamo cosa dice uno dei promotori della mozione sulle accise, Edoardo Fanucci: "Siccome le tasse su benzina e sigarette cambiano tutta la politica fiscale del Pd, ci vuole prima una discussione in parlamento. Alla fine io farò il soldato e voterò come decide la maggioranza". Nessuna minaccia concreta, all'apparenza. Anche se sotto sotto c'è un avvertimento diretto. Sulle tasse potrebbe determinarsi la spaccatura in grado di far cadere il governo e riportarci tutti al voto. Ma prima bisogna vedere cosa dirà Renzi lunedi.

Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in diretta a Coffee Break (La7) ha sottolineato che "non ha senso fare inutili discussioni con la commissione europea su uno 0,2 del rapporto Deficit/pil, avrebbe avuto senso sbattere i pugni sul tavolo tre anni fa per due punti di pil per far ripartire il Paese; rompere oggi per 3,4 miliardi e incorrere in una procedura di infrazione non mi sembra il caso. Il ministro Padoan, in vista della correzione dei conti chiesta da Bruxelles, non ha mai detto in alcuna sede istituzionale che saranno aumentate le accise, la mozione di Fanucci, giovane e bravo parlamentare Pd, la trovo strumentale".

"La mozione dei 35 renziani parte da una premessa sbagliata - sottolinea Boccia -. Impegnano il governo, in vista della manovra correttiva, a non aumentare le accise ma a tagliare solo la spesa. La mozione l’avrei firmata anche io se avessero semplicemente scritto premesso che il governo Renzi non è riuscito a tagliare la spesa perchè è fallita la spending review. È evidente - prosegue - che si tratta di una mozione politica che non entra nelle dinamiche economiche, sarebbe opportuno sapere se è stato il partito ad ispirarla perché in quel caso sarebbe molto grave".

Renzi, in una telefonata a Padoan, avrebbe chiarito che non si trattava di attacco al governo.

L'ex premier, parlando con il ministro, avrebbe ribadito che la manovra correttiva non serve e che la rotta deve essere la stessa seguita dal suo esecutivo: le tasse non si alzano, con l'Ue si tratta fino allo sfinimento.

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