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Padoan frena il governo: meno soldi al Giubileo

Braccio di ferro sui fondi da girare al Comune per l'Anno Santo. Renzi vuole concedere altri 100 milioni, ma il ministro ne sborserebbe al massimo 30

Padoan frena il governo: meno soldi al Giubileo

C'è un braccio di ferro in corso nel governo in vista del Consiglio dei ministri di domani. Il tema non è la decisione sul commissariamento di Roma Capitale, ma una questione distinta pur se inevitabilmente collegata alla prima: il Giubileo straordinario. L'evento proclamato a sorpresa lo scorso marzo da Papa Francesco incombe - con il suo annunciato carico di pellegrini (se ne prevedono almeno 30 milioni) - su una città alla quale non mancano grattacapi, ma semmai soldi.

E proprio i fondi da destinare al Campidoglio, per finanziare i 131 interventi individuati con una delibera di giunta del 6 agosto scorso, sono l'oggetto del contendere tra il premier Matteo Renzi e il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Quei soldi sono vitali per il Campidoglio, risorse fondamentali per potenziare i trasporti, sistemare verde e decoro urbano, predisporre i percorsi giubilari. E tutto con una urgenza straordinaria almeno quanto il Giubileo, al via l'8 dicembre prossimo, tra poco più di tre mesi.

Finora il Comune ha a disposizione stanziamenti per 50 milioni (che arriveranno in cassa a inizio settembre), e il problema però è quanto altro «girare» all'amministrazione capitolina. Il premier, memore dei brividi che gli sono corsi lungo la schiena in occasione dell'Expo milanese, puntava a passare al sindaco - messo sotto tutela - altri cento milioni di euro. Ma sul punto Padoan non si sarebbe affatto mostrato d'accordo. Secondo il Mef, la somma massima ulteriore che Palazzo Chigi può destinare a Roma sono 30 milioni di euro, ultima tranche degli stanziamenti destinati alla gestione commissariale, il «pozzo» per il rientro del debito della Capitale da cui si attingerà - teoricamente nel rispetto del piano - per le opere e i cantieri del Giubileo. Arrivare al Consiglio dei ministri di domani senza aver trovato un punto di accordo tra premier e titolare dell'Economia sarebbe problematico. Così l'ipotesi più plausibile è che, in mancanza di un compromesso in tempi rapidi, il tema - caldissimo - venga rimandato.

E quella del rinvio è una strada che sembra trovare conferme nelle parole del vicesindaco Marco Causi, che con Marino in vacanza oltreoceano tiene le redini del Campidoglio, e ieri ha incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, in vista della riunione di domani a Palazzo Chigi. Il vicesindaco mette subito le mani avanti, spiegando di «non credere» che lo sblocco di ulteriori fondi da parte del governo per il Giubileo «verrà affrontata nel corso del Consiglio dei ministri in calendario domani». La questione, aggiunge Causi, dovrebbe essere «uno dei temi della prossima riunione, convocata a Palazzo Chigi per la prossima settimana, a cui parteciperà anche il Mef».

Di certo, il tempo corre. E se il nodo-soldi slitterà ancora, non possono più aspettare le regole per «accelerare» le procedure, reclamate dal Campidoglio. Alla luce di Mafia Capitale non è pensabile l'affidamento diretto, ma semmai un'accelerata dei bandi di gara, con tempi fino a tre volte più rapidi rispetto ai due mesi previsti, ma «sempre restando all'interno delle normative Anac», spiega Causi, annunciando un «piano organico» dei lavori da approvare in giunta domani mattina.

Che sarà, giura il vice-Marino, «elemento di valutazione per il Consiglio dei ministri».

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