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Per pagare i profughi vengono rinviati gli sgravi alle imprese

Il taglio delle aliquote appeso alle decisioni dell'Europa: "Possibile solo se l'Ue ci sconta 3,3 miliardi spesi per l'emergenza sbarchi". E Confindustria sceglie di non alzare la voce

Per pagare i profughi vengono rinviati gli sgravi alle imprese

Roma - Gli imprenditori aggrappati ai barconi dei migranti dai quali rischiano di essere buttati giù con un calcio dal premier Matteo Renzi. L'immagine è un po' forte, ma rende bene il senso di uno dei paradossi, forse il più grande, dell'ultima legge di Stabilità.

Il governo, come precedentemente annunciato, intende legare l'anticipo degli sgravi fiscali sul reddito d'impresa con l'abbassamento dell'aliquota Ires dal 27,5% al 24 al riconoscimento dell'extradeficit causato dall'emergenza migranti sulla base di una clausola comunitaria. «Nella lettera che il ministro Padoan invierà alle autorità europee noi diremo che il costo per gli eventi eccezionali legati all'immigrazione è stato dello 0,2, circa 3,3 miliardi: se ci viene riconosciuta questa clausola, anticiperemo al 2016 le misure previste per il 2017, cioè Ires e denari per interventi sull'edilizia scolastica», ha dichiarato Renzi in conferenza stampa.

Il taglio dell'Ires auspicato dal presidente del Consiglio dovrebbe svolgersi in due fasi: l'anno prossimo una riduzione dell'1,5% con eliminazione degli acconti 2017 e in quello successivo un altro 2% in meno per scendere al 24% di aliquota. Il costo complessivo della riduzione fiscale è di circa 4 miliardi di euro (più dei 3,4 miliardi che dovrebbero essere concessi dall'Ue), ma per includere l'anticipo nel 2016 ne servono all'incirca 1,6 e per il suo finanziamento l'extradeficit basterebbe. «È la Commissione europea che deve chiarire su come vuole gestire questa innegabile circostanza eccezionale», ha chiosato il titolare di Via XX Settembre, Pier Carlo Padoan, evidentemente irritato dalla melina di Bruxelles.

Eppure Palazzo Chigi e Tesoro non la contano proprio giusta. Stando alle cifre più o meno ufficiali, il costo dell'emergenza immigrati dovrebbe essere quest'anno di poco inferiore al miliardo di euro di cui un 10% scarso è coperto dall'Ue. Se Renzi & C. si aggrappano alla Commissione per il taglio dell'Ires, i casi sono due: o gli sbarchi di massa sono costati molto più di quanto dichiarato oppure non si è riusciti ad attuare misure di risparmio che avrebbero contemperato entrambe le esigenze di spesa pubblica (solidarietà e abbassamento delle tasse sulle imprese).

Confindustria, per il momento, non alza la voce. Il presidente Giorgio Squinzi si è dichiarato contento per il nuovo blocco delle clausole di salvaguardia (che avrebbero fatto aumentare Iva e accise per reperire 16 miliardi) e per i «superammortamenti» per gli investimenti in macchinari che renderà deducibile il 140% del valore del bene acquistato negli ultimi tre mesi del 2015 e nel 2016. Un po' di scetticismo traspare dal leader dei Giovani imprenditori di Viale dell'Astronomia, Marco Gay. «Il superammortamento sarà uno strumento importante per sostenere gli investimenti», dichiara al Giornale , reputando invece «un'occasione mancata» non intervenire sul taglio dell'Ires già dal 2016. «Capisco che abbiamo un problema di risorse ma questo paese soffre una pressione fiscale che è a livelli indicibili», aggiunge Gay che però vuole attendere il testo definitivo della manovra per un giudizio più articolato.

«Spero però che il governo agisca col massimo dell'impegno per intervenire già dal prossimo anno», conclude.

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