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Paghiamo noi i ricorsi dei migranti che non hanno diritto di stare in Italia

Nel 2015 respinte 40mila richieste di asilo. Ma grazie al gratuito patrocinio saremo noi a pagare i ricorsi dei clandestini. Che nel frattempo continueranno a rimanere in Italia

Paghiamo noi i ricorsi dei migranti che non hanno diritto di stare in Italia

Lo Stato italiano respinge la richiesta di asilo e l'immigrato fa ricorso d'ufficio. Questo perché il semplice ricorso dà la possibilità al clandestino di rimanere in Italia finché un magistrato non si pronuncia e perché allo straniero la pratica non costa nulla. A saldare le spese, che ogni anno ammontano a circa 10 milioni di euro, è sempre lo Stato italiano. Un dobbia beffa pagata sulla pelle e sui portafogli dei contribuenti.

Secondo gli ultimi dati dell'Eurostat, riportati oggi da ItaliaOggi, nel 2015 l'Italia ha rigettato 41.730 istanze a fronte di 71.345 domande esaminate. Gli immigrati che si sono visti respingere la richiesta di asilo, però, non lasciano il nostro Paese. I ricorsi vengono, infatti, presentati sistematicamente grazie al gratuito patrocinio a spese dello Stato. Tutto questo alimenta a dismisura il contenzioso civile, ingolfando ulteriormente i tribunali italiani, e fa lievitare le spese della giustizia. E, soprattutto, permette a immigrati senza diritto di asilo di rimanere indisturbati in Italia. Tutto questo ha un costo pesantissimo per il nostro Paese. "La parcella dell'avvocato per questo tipo di attività (il gratuito patrocinio, ndr) si attesta di base sulle 600 euro - spiega Gabriele Ventura su ItaliaOggi - la spesa per lo Stato potrebbe superare i 10 milioni di euro l'anno solo in avvocati".

Secondo gli allarmanti dati snocciolati da ItaliaOggi, i ricorsi degli immigrati hanno fatto lievitare le richieste totali di gratuito patrocinio del 30%, in alcuni casi anche del 50%. "Solo a Milano, nel 2015, le istanze per ricorsi contro il rigetto della domanda di asilo sono state 1.532, cinque volte superiori alle 390 del 2014 - fa notare ItaliaOggi - e in questi primi due mesi del 2016 siamo già a quota 500". Non è da meno Bologna dove i ricorsi sono triplicati passando dai 303 su 1.390 istanze di ammissione del 2014 ai 949 su 2.

685 istanze del 2015.

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