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Paolo Gentiloni: "Ora un'Ue a due velocità"

Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, in vista del Consiglio Europeo del 9 e 10 marzo a Bruxelles, informa il Senato della posizione dell'Italia su riforme, bilancio, migranti e Europa a più velocità

Paolo Gentiloni: "Ora un'Ue a due velocità"

Riforme, bilancio, migranti e Europa a più velocità. Questi gli argomenti trattati dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nel corso dell'Informativa in Senato in vista del Consiglio Europeo del 9 e 10 marzo a Bruxelles.

"Nei prossimi giorni l'Italia sarà un cantiere di dibattiti europei ed europeisti, e dovremo organizzare questa occasione per ribadire i risultati straordinari che sono stati raggiunti in questi 60 anni - esordisce Gentiloni - Magari per le generazioni più giovani sono dati per scontati, ma credo che la mia generazione abbia molto chiaro il privilegio di aver potuto attraversare un lunghissimo periodo di pace, senza guerre. L'Unione europea è stato uno straordinario motore di libertà".

Il prossimo Consiglio Europeo del 9 e 10 marzo "sarà l'ultima tappa prima delle celebrazioni per il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma. Quella firma - ha ricordato il presidente del Consiglio - avvenne dopo una serie di tentativi falliti, e chiede un primo sbocco alla grande ambizione europeista che da decenni attraversava il Continente". L'idea "era quella che il mercato unico avrebbe potuto essere la base trainante di un percorso comune", e oggi che questo successo "è spesso sotto accusa", credo che "dovremmo riconoscere e ribadire che quel cammino ha prodotto dei risultati straordinari", insiste la quarta carica dello Stato.

"Il sistema europeo è oggi traballante e contestato - prosegue il presidente del Consiglio - Ma se siamo una classe dirigente consapevole dobbiamo saper raccontare anche i successi raggiunti altrimenti non troveremo le chiavi per andare avanti". La dichiarazione finale del Vertice di Roma del 25 marzo "potrebbe avere un certo significato per la storia dell'Ue, non ci sbilanciamo finché sara in corso un negoziato che non sarà semplice e che inizierà venerdì ma che vuole tracciare la strada", insiste la quarta carica dello Stato. E promette: in questi giorni racconteremo "le prospettive dei prossimi dieci anni", immagineremo "cosa può essere l'Unione europea".

"La posizione del Governo italiano è nota: siamo favorevoli da sempre a percorsi di integrazione in Europa e consideriamo questi percorsi con livelli di integrazione differenziata, come il riconoscimento di uno stato di fatto", spiega Gentiloni all'Aula. L'Europa a due velocità può "essere vista con preoccupazione ma si tratta di dare chance in più" - ha spiegato - Livelli diversi di integrazione "sono una realtà di fatto perchè oggi l'Ue su questioni fondamentali ha livelli di integrazione differenziati. C'è l'Europa dell'euro e con Paesi con diverse monete, ci sono Paesi che fanno parte della Nato e altri no". "Qualcuno ha visto in questo progetto" un progetto contro qualcuno, ma non è così, perché l'Europa conosce già "la possibilità di modelli di integrazione differenziata nei trattati vigenti", ha detto ancora il premier.

Poi cita Papa Francesco: "Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell'uomo e della democrazia?", aggiungendo che la Dichiarazione di Roma dovrebbe incentrarsi "su tre grandi valori: il ruolo internazionale dell'Europa; un'Unione più orientata alla crescita e alla protezione sociale; libera circolazione delle persone a cui associare una politica migratoria comune".

"L'Unione europea deve essere in grado di saper risorgere dalle proprie sconfitte". Questa volta la citazione è di uno degli europeisti più influenti: Altiero Spinelli. "L'Italia dovrà porsi" con un atteggiamento di "amicizia", ma contemporaneamente dicendo che non è possibile avere "benefici" senza "impegni" - continua Gentiloni - "È inutile passare le prossime settimane a parlare di quale saranno le scelte della nuova amministrazione Usa". Il problema è che noi, sulla base della nostra storia, "sappiamo che le tentazioni di vedere di vedere i nostri interessi nazionali di Paese in contrapposizione con quelli degli altri, non ha mai portato bene, anzi, ha portato tragedie".

"Non siamo i primi della classe, ma l'Italia non accetta lezioni e lavora nell'interesse comune", così prende posizione il presidente del Consiglio: "Sfido chiunque a indicare un altro governo e un altro Parlamento che in Europa sia impegnato in un complesso di riforme come quello su cui siamo impegnati in Italia". "L'Italia vuole contribuire alla modifica delle regole" dell'Unione - aggiunge - Questa "è la strada che dobbiamo percorrere per far sì che l'Unione" non deprima la crescita economica, che "nel nostro Paese è ancora lenta anche se la distanza rispetto alla media europea è stata la più bassa da 5-6 anni a questa parte". "Con il Def tra un mese indicheremo le scelte del Governo. A Bruxelles deve essere, però, chiaro che in Italia le riforme non solo non si sono fermate ma non hanno rallentato il proprio corso", dice Gentiloni. "L'Italia rispetta le regole economiche dell'Ue ma vuole contribuire se possibile guidandola a una modifica delle sue politiche".

"Non mi rassegno all'idea di una Unione che abbia due diverse rigidità: una inamovibile quando si parla di virgole e di bilanci e una distratta e tollerante quando si parla di decisioni che affrontano questioni di principio come quella sui flussi migratori" - informa poi il Senato, ricordando che le politiche sull'accoglienza "non sono una nostra pretesa ma una decisione presa dall'Ue". E sulla Libia: il fatto che i libici stiano già intervenendo "con i propri mezzi" per gestire le migrazioni è un "segnale": "su questa strada possiamo ottenere" risultati utili a "regolare i flussi" e sostituire la migrazione "clandestina, micidiale per i migranti", con una diversa migrazione. "Mi aspetto che a Bruxelles si faccia un passo in più" per sostenere l'Italia, ha aggiunto il premier.

L'Italia "crede più che mai nel progetto europeo, nonostante le sue evidenti difficoltà" - conclude il presidente del Consiglio, chiedendo ai senatori "di condividere la battaglia sulla politica economia basata su crescita e protezione sociale" che l'esecutivo intende portare avanti.

"Vi chiedo di sostenere le richiesta a un aiuto concreto sul terreno dell'immigrazione", perchè, ha sottolineato chiudendo il suo intervento in Aula "con il vostro sostegno il governo potrà svolgere al tavolo dell'Ue un ruolo all'altezza dell'Italia".

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