Politica

Il Papa fa invasione di campo e impone lo ius soli all'Italia

Nel messaggio per la Giornata del migrante chiede «la nazionalità per i bambini certificata alla nascita»

Il Papa fa invasione di campo e impone lo ius soli all'Italia

«La nazionalità va riconosciuta e certificata a tutti i bambini al momento della nascita». Pieno appoggio di Papa Francesco allo ius soli. Bergoglio entra a gamba tesa nella politica italiana e nel dibattito che sta infiammando il Parlamento sul diritto alla cittadinanza per gli stranieri nati in Italia. Un intervento che avviene in un momento politico piuttosto caldo. Cosa piuttosto insolita per un Papa quella di intervenire in modo così chiaro e diretto; opportunità spesso lasciata alla chiesa locale, per bocca dei suoi cardinali e vescovi. Le affermazioni di Francesco appaiono nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018, che si celebra il prossimo 14 gennaio, sul tema «Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati» e che il Vaticano ha anticipato ieri.

«Nel rispetto del diritto universale a una nazionalità sottolinea il Pontefice argentino questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita». Ancora più chiaramente: «La apolidia in cui talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati può essere facilmente evitata attraverso una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale».

Dallo ius soli allo ius culturae il passo è breve. «Ai minori migranti va assicurato l'accesso regolare all'istruzione primaria e secondaria. Parimenti continua il Papa è necessario garantire la permanenza regolare al compimento della maggiore età e la possibilità di continuare gli studi». Bergoglio va ancor più nel dettaglio specificando che «lo status migratorio non dovrebbe limitare l'accesso all'assistenza sanitaria nazionale ai sistemi pensionistici, come pure al trasferimento dei loro contributi nel caso di rimpatrio».

Non è una novità la posizione del Pontefice argentino in tema di accoglienza e immigrazione. «Durante i miei primi anni di pontificato si legge nel Messaggio ho ripetutamente espresso speciale preoccupazione per la triste situazione di tanti migrati e rifugiati che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dai disastri naturali e dalla povertà». Tanto che la prima visita in territorio italiano fu a Lampedusa, nel luglio 2013. E tanto che una delle sue prime decisioni in tema di riforma della Curia è stata la creazione di un nuovo Dicastero per lo sviluppo umano integrale. È almeno insolito invece, il fatto che il Papa intervenga in modo così specifico e chiaro su una legge che sta infiammando il dibattito politico italiano.

Nel suo messaggio, Bergoglio si sofferma su quattro principi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Quanto al primo, «accogliere significa innanzitutto offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione». Su questo il Pontefice argentino auspica «un impegno concreto affinché sia incrementata e semplificata la concessione di visti umanitari e per il ricongiungimento familiare». Nettamente contrario si dice il Papa alle «espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati».

Secondo principio: proteggere. Ciò significa «difesa dei diritti e della dignità dei migranti, indipendentemente dal loro status migratorio». Promuovere significa invece «adoperarsi affinché tutti i migranti e i rifugiati, così come le comunità che li accolgono siano messi in condizione di realizzarsi come persone in tutte le dimensioni che compongono l'umanità voluta dal Creatore». Dunque, garantire a tutti gli stranieri «la libertà di professione e pratica religiosa».

Da ultimo si sofferma sul concetto di integrare, ovvero «favorire in ogni modo la cultura dell'incontro, moltiplicando le opportunità di scambio interculturale».

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