Cronache

Papa Francesco e la carità: "Il passaporto per il paradiso"

Bergoglio: «Odioso dire che è tutta colpa della società»

Papa Francesco e la carità: "Il passaporto per il paradiso"

Roma I poveri sono il «passaporto per il Paradiso». Ma attenzione, «non fare nulla di male non basta. Perché Dio non è un controllore in cerca di biglietti non timbrati». Papa Francesco celebra la prima Giornata Mondiale dei Poveri, istituita da lui stesso a conclusione del Giubileo della Misericordia e raduna in piazza San Pietro 7mila poveri e indigenti per richiamare l'attenzione del mondo intero sugli ultimi, su chi non arriva a fine mese, su chi non ha niente per sopravvivere. Trasforma, il Papa che ha voluto il nome del Poverello di Assisi, l'Aula Paolo VI in una grande mensa, con 150 tavoli, per pranzare con 1.500 clochard.

È un'omelia forte quella del Pontefice argentino, un grido di aiuto per gli ultimi. «Anche noi spesso siamo dell'idea di non aver fatto nulla di male e per questo ci accontentiamo, presumendo di essere buoni e giusti dice Francesco commentando la Parabola dei Talenti -. Così, però, rischiamo di comportarci come il servo malvagio: anche lui non ha fatto nulla di male, non ha rovinato il talento, anzi l'ha ben conservato sotto terra. Ma non fare nulla di male non basta. Perché Dio non è un controllore in cerca di biglietti non timbrati, è un Padre alla ricerca di figli, cui affidare i suoi beni e i suoi progetti. Ed è triste quando il Padre dell'amore non riceve una risposta generosa di amore dai figli, che si limitano a rispettare le regole, ad adempiere i comandamenti, come salariati nella casa del Padre».

Il Papa si sofferma quindi sul «grande peccato dell'omissione nei confronti dei poveri». Che, dice Bergoglio, «assume un nome preciso: indifferenza. È dire: Non mi riguarda, non è affar mio, è colpa della società. È girarsi dall'altra parte quando il fratello è nel bisogno, è cambiare canale appena una questione seria ci infastidisce, è anche sdegnarsi di fronte al male senza far nulla. Dio, però, non ci chiederà se avremo avuto giusto sdegno, ma se avremo fatto del bene».

I poveri, dunque, «se agli occhi del mondo hanno poco valore, sono il nostro passaporto per il paradiso ed è un dovere evangelico prenderci cura di loro, che sono la nostra vera ricchezza». Infine, l'invito del Papa ad agire concretamente. «Non pugni chiusi e braccia conserte, ma mani operose e tese».

A pranzo arriva un menù preparato dal ristorante «Al Pioppeto» di Sergio Dussin, con gnocchetti sardi padellati con pomodoro, olive e formaggio Collina Veneta, bocconcini di vitello con verdure, polenta e broccoli di Bassano, tiramisù alla veneta.

Prima di concludere la giornata, all'Angelus, Papa Francesco ha voluto rinnovare l'appello «alla comunità internazionale a impegnare ogni possibile sforzo per favorire la pace, in particolare in Medio Oriente». SSar

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