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Il Papa piange «i martiri di oggi»

L'aviazione del Kenya risponde all'eccidio nell'università di Garissa: uccise «decine di shabaab»

Il Papa piange «i martiri di oggi»

«Stiamo assistendo a una preoccupante deriva dei diritti umani più elementari. La comunità internazionale non sia inerte e muta di fronte al martirio dei nostri fratelli». Nelle celebrazioni del Lunedì dell'Angelo papa Francesco torna a condannare con forza l'eccidio di cristiani da parte dei miliziani islamici. Definisce le vittime «i martiri di oggi», e per la terza volta in quattro giorni chiede un intervento risolutore contro i massacri perpetrati ai danni di innocenti.

La risposta, almeno per i fatti del campus universitario di Garissa, è arrivata dall'aviazione militare del Kenya che ha bombardato due campi di Al Shaabab in Somalia. I caccia di Nairobi hanno colpito ieri mattina le postazioni di Gondodowe e Ismail, località nella regione di Gedo, feudo dei miliziani guidati dal sanguinario Ahmad Umar. «Siamo riusciti a ridurre di gran lunga il loro potenziale bellico - ha spiegato in serata il ministro della Difesa Raychelle Omamo - dalle informazioni in nostro possesso i miliziani di Al Shaabab hanno perso decine di elementi». Nell'azione sarebbe stato ferito anche Mohamud Kuno, l'ex professore dell'università di Garissa che ha pianificato il massacro di giovedì scorso.

Sulla vicenda è intervenuto anche Flavio Briatore, che ha sottolineato la scarsa reazione a livello internazionale per la tragedia avvenuta al campus. « Charlie era un giornale che in un modo o nell'altro si sapeva che poteva essere nel mirino, ma questi ragazzi sono stati trucidati, e non si è vista la stessa reazione. Certamente ci sono stati dieci morti e dispiace, ma qui ci sono stati forse 180 ragazzi trucidati, senza la stessa attenzione mediatica. Il mondo dell'Africa è di serie B o di Serie C».

I simboli della cristianità sono stati violati anche in Siria dove i miliziani dell'Isis hanno scelto il giorno di Pasqua per radere al suolo la chiesa della Vergine Maria nel villaggio cristiano siriano di Tel Nasri. L'edificio religioso, costruito nel 1934, era tra i più frequentati del Paese, meta di pellegrinaggio per la già martoriata comunità cattolica. Tel Nasri fa parte dei villaggi cristiani siriani attaccati e occupati dall'Isis il 23 febbraio. In quell'occasione vennero trucidati 21 cristiani e altri 373 furono rapiti.

Non è la prima volta che il Califfato colpisce i suoi nemici in date importanti. Lo scorso marzo gli uomini di Al Baghdadi decapitarono tre guerriglieri peshmerga, diffondendo in rete il video, in occasione delle celebrazione del Nawroz, il capodanno curdo. I macellai del Califfato hanno anche decapitato tre palestinesi nel campo profughi di Yarmouk, alla periferia di Damasco, ma sono stati costretti a rilasciare una trentina tra donne e bambini (nel nord della Siria) in cambio della liberazione di un loro comandante, Yousef Zawaa, arrestato nelle scorse settimane dai regolari di Al Assad. Dopo le efferatezze di Isis, ecco quelle del Fronte Al Nusra, sigla della vasta galassia qaidista sul territorio siriano.

I jihadisti hanno sequestrato 300 curdi, tra cui anche bambini nella zona di Dana, alla periferia di Idlib.

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