Politica

Il Papa sgrida chi ama i cani ma non aiuta il suo prossimo

Per Bergoglio «la pietà non è il pietismo per i nostri animali» E mette in guardia dall'elevare i quattrozampe al livello dell'uomo

Serena Sartini

Il cane sarà pur sempre il miglior amico dell'uomo, ma attenzione a dare troppa importanza agli animali a quattro zampe. Papa Francesco mette in guardia chi eleva cani e gatti al pari degli esseri umani; lo fa in occasione dell'udienza giubilare che si è tenuta ieri mattina in piazza San Pietro e dedicata al tema della pietà. «Oggi sottolinea il Papa - dobbiamo stare attenti a non identificare la pietà con quel pietismo, piuttosto diffuso, che è solo un'emozione superficiale e offende la dignità dell'altro. Allo stesso modo, la pietà non va confusa neppure con la compassione che proviamo per gli animali che vivono con noi; accade, infatti, che a volte si provi questo sentimento verso gli animali, e si rimanga indifferenti davanti alle sofferenze dei fratelli». Ed ecco l'affondo: «Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti, ai cani, e poi lasciano senza aiutare il vicino, la vicina che ha bisogno. No per favore, così non va!». La reazione dell'Enpa: «L'amore non va a gettoni: se una persona ha un animo gentile, è ben disposta verso gli animali e verso i suoi simili».

Il Pontefice torna su un argomento a lui particolarmente caro, quello dell'aiuto ai bisognosi, rimproverando chi invece agisce nell'indifferenza, anteponendo gli animali alle persone, e paragonando l'evidente attaccamento di alcuni verso gli amici a quattro zampe, e dimenticandosi del vicino che ha bisogno.

Il Papa gesuita esorta poi a non cadere nella tentazione di confondere la pietà con il pietismo, che «è solo un'emozione superficiale che offende l'altro». «La pietà di cui vogliamo parlare sottolinea Bergoglio - è una manifestazione della misericordia di Dio. Per Gesù provare pietà equivale a condividere la tristezza di chi incontra, ma nello stesso tempo a operare in prima persona per trasformarla in gioia».

Da qui l'invito del Pontefice argentino a «coltivare in noi atteggiamenti di pietà davanti a tante situazioni della vita, scuotendoci di dosso l'indifferenza che impedisce di riconoscere le esigenze dei fratelli che ci circondano e liberandoci dalla schiavitù del benessere materiale».

Cita, Papa Francesco, perfino Dante Alighieri, per concludere l'udienza con una preghiera alla Madonna: «Guardiamo l'esempio della Vergine Maria, che si prende cura di ciascuno dei suoi figli ed è per noi credenti l'icona della pietà. Dante Alighieri lo esprime nella preghiera alla Madonna posta al culmine del Paradiso: in te misericordia, in te pietate, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate».

Non è la prima volta che il Papa affronta il tema dell'attaccamento agli animali: lo aveva fatto nell'udienza concessa lo scorso anno ad alcune coppie di sposi novelli: «Forse è più comodo avere un cagnolino, due gatti e l'amore va ai due gatti e al cagnolino. È vero o no, questo?», aveva ammonito Francesco mettendo in guardia i giovani appena sposati a non sostituire i cani e i gatti con i figli. D'altronde Papa Francesco non è Benedetto XVI, che è risaputo ha una passione per i felini.

Tanto che, nel Monastero Mater Ecclesiae dove si è ritirato, ci sono anche alcuni gatti, che Ratzinger stesso accudisce.

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