Guerra in Israele

Il Papa: "Vicino ai più deboli. Tra le vittime pure miei amici"

Papa Francesco ha telefonato al giornalista israelo-palestinese Henrique Cymerman, inviato per l'emittente Sic di Lisbona, peresrpimere la sua solidarietà al popolo di Israele e si è detto molto preoccupato

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Papa Francesco ha telefonato al giornalista israelo-palestinese Henrique Cymerman, inviato per l'emittente Sic di Lisbona, peresrpimere la sua solidarietà al popolo di Israele e si è detto molto preoccupato per quanto accaduto una settimana fa che rappresenta una battuta d'arresto di 50 anni nel conflitto in Medio Oriente. Bergoglio si è soffermato anche sui tanti argentini vittime dell'attacco di Hamas ai kibbutz: «Credo che tra gli argentini morti o feriti nell'attacco ci siano molti miei amici».

Nel corso dell'Angelus, il Pontefice si è soffermato a lungo su quanto sta accadendo in Medioriente. «Chiedo con forza che i bambini, i malati, gli anziani, le donne e tutti i civili non siano vittime del conflitto. Si rispetti il diritto umanitario, soprattutto a Gaza, dove è urgente e necessario garantire corridoi umanitari e soccorrere tutta la popolazione», ha detto, aggiungendo che «continuo a seguire con tanto dolore quanto accade in Israele e in Palestina e penso ai tanti, in particolare ai piccoli e agli anziani. Rinnovo l'appello per la liberazione degli ostaggi». Papa Francesco ha spiegato che «la preghiera è la forza mite e santa da opporre alla forza diabolica dell'odio, del terrorismo, della guerra. Invito tutti i credenti a unirsi alla Chiesa in Terra Santa a dedicare martedì prossimo 17 ottobre alla preghiera e al digiuno». Francesco ha anche aggiunto: «Esprimo la mia vicinanza alla Comunità ebraica di Roma che domani commemora l'ottantesimo anniversario del rastrellamento nazista». Riguardo una possibile mediazione del Vaticano nel conflitto israelo-palestinese, l'ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar si augura «ci sia una soluzione umanitaria soprattutto per il rilascio degli ostaggi e per tutte le persone che stanno soffrendo a Gaza.

Noi rispettiamo sia la legge internazionale che l'appello del Papa».

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