Politica

Parigi nazionalizza i cantieri per non lasciarli agli italiani

Macron fa lo sgambetto a Fincantieri: Stx va allo Stato. Il ministro Le Maire martedì vedrà Padoan e Calenda

Parigi nazionalizza i cantieri per non lasciarli agli italiani

Colpiti e (quasi) affondati. Nella battaglia navale fra Italia e Francia sui cantieri Stx ieri è arrivato il siluro da Parigi: il governo Macron ha deciso di nazionalizzare temporaneamente i cantieri navali di Saint Nazaire, mandando così all'aria i piani di Fincantieri che ad aprile aveva siglato un accordo preliminare con l'allora presidente Hollande per la conquista del 66% del capitale.

Il ministro del Tesoro, Bruno Le Maire ieri ha spiegato che lo Stato francese, oggi al 33% di Stx, eserciterà il diritto di prelazione sul restante 66% «in pieno accordo con il presidente della Repubblica e il primo ministro». La mossa, ha aggiunto Le Maire, «ha un solo obiettivo: difendere gli interessi strategici della Francia nella costruzione navale». A Parigi costerà «circa 80 milioni», ovvero quanto pattuito da Fincantieri per l'acquisto della stessa quota con il gruppo sudcoreano Stx, che controllava appunto Saint Nazaire e che ha dovuto vendere i suoi pezzi più pregiati perchè finito in procedura fallimentare.

Nei giorni scorsi i francesi hanno proposto all'Italia un partenariato al 50% di Stx, ma l'offerta «fifty-fifty» è stata rispedita al mittente da Palazzo Chigi che resta fermo su una condizione: maggioranza del capitale e controllo del consiglio di amministrazione. Martedì prossimo Le Maire incontrerà a Roma il suo omologo Pier Carlo Padoan, e Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo Economico. La nazionalizzazione di Stx France è «temporanea» perché «così avremo più tempo per negoziare nelle migliori condizioni possibili» la partecipazione di Fincantieri in Stx, allo scopo di «costruire un progetto europeo solido e ambizioso», ha aggiunto il ministro. L'intenzione dello Stato non sarebbe insomma quello di restare l'unico azionista. Anche perchè, se Roma abbandonerà la partita, Parigi avrebbe già pronto il piano B: rivendere due quote del 20% circa a Msc e Royal Caribbean e versare un 10% a Dcns (controllata per due terzi dal governo francese). Le rassicurazioni di Le Maire, dunque, non convincono il mercato - ieri a Piazza Affari il titolo Fincantieri ha perso un altro 2,61% a 0,93 euro - nè tantomeno Padoan e Calenda: «Riteniamo grave e incomprensibile la decisione del governo francese di non dare seguito ad accordi già conclusi», hanno dichiarato i due ministri. Ricordando che questi «garantivano la tutela dei livelli occupazionali in Francia e del know-how francese attraverso una governance equilibrata e in una prospettiva autenticamente europea». Dunque «non sussiste alcun motivo perchè la società italiana, leader del settore, non possa detenere la maggioranza di Stx, fino ad oggi sotto controllo di un gruppo coreano», sottolineano Padoan e Calenda che ascolteranno la proposta dei francesi «partendo da questo punto saldo» perchè «nazionalismo e protezionismo non sono basi accettabili su cui regolare i rapporti tra due grandi paesi europei», servono «fiducia e rispetto reciproco».

Mentre non si registra alcuna presa di posizione da parte della Commissione Ue, ieri il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha ricevuto nel pomeriggio una telefonata da Macron.

Al centro del «cordiale colloquio», come lo definiscono fonti di Palazzo Chigi, i temi migratori, la Libia e il caso Fincantieri. Il presidente, fanno sapere dall'Eliseo, spera in una soluzione che lasci «largo spazio a italiani su Stx».

Largo spazio, ma non il controllo.

Commenti